La Corte d’assise d’appello di Torino ha accolto alcune eccezioni della difesa degli anarchici Alfredo Cospito e Anna Beniamino, accusati per i pacchi bomba alla caserma degli allievi carabinieri di Fossano (Cuneo), nel 2006. La Corte rinvierà alla Consulta la decisione sulla concessione o meno delle attenuanti, mentre il procuratore generale aveva chiesto l’ergastolo. Cospito, se la Corte costituzionale accoglierà le eccezioni, non rischierebbe l’ergastolo ostativo, ma una condanna tra i 21 e 24 anni. L’anarchico, condannato in primo grado per l’attentato alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano (Cuneo) del 2005. Per la compagna di Cospito, Anna Beniamino Saluzzo la Procura ha chiesto 27 anni e un mese. I giudici di Torino dovevano rideterminare la pena a carico di entrambi, così come indicato dalla Cassazione. Ora spetterà alla Cosulta decidere sulla questione.

Gli anarchici si sono radunati in presidio davanti a Palazzo di Giustizia e hanno sfilato in corteo per le strade di Torino tra cori inneggianti la libertà degli imputati e il lancio di alcune bombe carta. Cospito, già condannato per aver gambizzato nel 2012 a Genova l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, si trova sottoposto al regime del 41 bis in seguito a quanto emerso nell’ambito del procedimento Scripta Manent. Cospito per i giudici è insieme alla compagna Anna Beniamino Saluzzo l’ideologo dell’organizzazione FAI/FRI (Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale) ed era stato condannato a 20 anni di reclusione per l’invio dei due pacchi bomba alla scuola allievi carabinieri di Fossano nel 2006 (che nel merito non ha provocato feriti). In base alla riqualificazione del reato da parte della Cassazione, nel luglio 2022 Cospito è stato però condannato per il reato di devastazione, saccheggio e strage (art. 285 del codice penale), che prevede l’ergastolo. Già nel maggio 2022 è stato invece deciso per lui l’isolamento, come previsto dal 41 bis, ed è stato trasferito a Sassari presso la Casa Circondariale di Bancali. Da 45 giorni prosegue il suo sciopero della fame per chiedere la fine del cosiddetto “carcere duro”.

“Condannato in un limbo senza fine, in attesa della fine dei miei giorni. Non ci sto e non mi arrendo ma continuerò il mio sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo fino all’ultimo mio respiro per far conoscere al mondo questi due abomini repressivi di questo Paese”, ha detto Alfredo Cospito in una dichiarazione spontanea nel corso dell’udienza che si è aperta a a Torino. L’anarchico, sotto regime del 41 bis, è collegato in video conferenza dal carcere. In collegamento dal carcere di Rebibbia anche Anna Beniamino: “Questo è un processo politico” per “una strage senza strage attribuita senza prove”, ha detto. “La magistratura italiana ha deciso che, troppo sovversivo, non potevo avere più la possibilità di rivedere le stelle, la libertà, si è preferito l’ergastolo ostativo, che non ho dubbio mi darete, con l’assurda accusa di aver commesso una strage politica per due attentati dimostrativi in piena notte, in luoghi deserti, che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno”, ha spiegato Cospito. “Non soddisfatti, si è deciso, oltre all’ergastolo ostativo, visto che dal carcere continuavo a scrivere e collaborare alla stampa anarchica, di tapparmi la bocca per sempre con il 41 bis “, ha concluso.

“Fuori Alfredo dal 41 bis”: è uno degli slogan scandito da decine di anarchici e antagonisti, al ritmo di tamburi, durante il presidio. “Al fianco di Alfredo e Anna, stragista è lo Stato”, recita uno striscione che è stato appeso dai manifestanti. “Sono 53 anni dalla strage di piazza Fontana che vediamo anarchici giudicati di strage – dice Pasquale Valitutti, storico militante anarchico dal microfono durante il presidio davanti al Palagiustizia – neanche per la strage di Bologna è stato formulato il reato di strage politica e lo vogliono fare oggi per due petardoni”. “Il nostro compagno Alfredo ha messo in gioco la sua vita per denunciare la tortura del 41 bis – aggiunge – nessuno essere umano deve essere torturato”. Alcune scritte sono state fatte sui muri delle banche, mentre un barista, che si era lamentato per gli atti vandalici, è stato malmenato. Durante il corteo sono stati accesi dei fumogeni e sono state fatte esplodere diverse bombe carta. Il corteo è partito dal tribunale interno alle 13 e sta girando per le vie della città.

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