“Il raggiungimento del milestone sembra subordinato a un’accelerazione dei tempi necessari a concludere la fase di affidamento rispetto a quanto rilevato sulla base dell’esperienza storica“. L’Ufficio parlamentare di bilancio in un Focus dedicato al Piano per lo sviluppo di asili nido e scuole dell’infanzia – del valore di 4,6 miliardi – conferma che l’Italia si avvia a mancare l’obiettivo del Pnrr. Come del resto già ammesso dal ministro Giuseppe Valditara che ha annunciato ai sindaci la volontà di “valutare l’opportunità di una proroga della milestone europea del 30 giugno”. Non solo: secondo l’organismo indipendente con il compito di verificare le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del governo e il rispetto delle regole di bilancio, nonostante le ingenti risorse destinate dal Pnrr agli asili nido nella fascia di età 0-3 anni “parte delle debolezze strutturali che caratterizzano l’offerta del servizio potrebbero restare irrisolte” perché un numero consistente di Comuni con offerta assente o marginale non ha partecipato ai bandi previsti per l’assegnazione delle risorse.

Anche se di per sé la loro mancata adesione “non avrà ripercussioni né sul target proprio del Pnrr né sugli obiettivi di Barcellona (perché non valutati a livello di singolo Comune)”, potrebbe però “impedire a questi enti di raggiungere il Livello essenziale di prestazione sociale (Leps) introdotto con la legge di bilancio per il 2022″, avverte l’Upb. Tale livello prevede che in ciascun Comune o bacino territoriale sia garantito un numero di posti (incluso il servizio privato) – equivalenti in termini di costo standard al servizio a tempo pieno dei nidi – pari al 33% della popolazione compresa tra 3 e 36 mesi.

L’Ufficio di bilancio ricorda poi che la riapertura dei bandi, resasi necessaria per consentire una maggiore adesione degli Enti, “ha determinato un ritardo nell’inizio delle fasi successive a quelle di chiusura degli stessi. Tale slittamento richiede che l’aggiudicazione dei lavori avvenga in tempi più rapidi di quelli recentemente stimati in un lavoro congiunto dell’Upb e dell’Irpet sulla durata delle diverse fasi di realizzazione delle opere pubbliche”.

L’investimento previsto dal Pnrr per asili nido, scuole per l’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia è pari a 4,6 miliardi. Di questa cifra, sono stati messi a bando fra gli enti territoriali 3,7 miliardi, a cui si sono aggiunti 109 milioni stanziati dal ministero dell’Istruzione. Una volta espletati i bandi, le risorse a oggi assegnate ammontano complessivamente a 3,480 miliardi. Rimangono quindi da assegnare 329 milioni. Il Mezzogiorno ha ricevuto il 52,1% delle risorse. Circa la metà dei finanziamenti si è concentrata in Campania (508,2 milioni) e in Puglia (357,6). Tra le regioni del Centro-Nord, invece, i maggiori finanziamenti sono andati a Lombardia (351,4 milioni), Lazio (214,6) e Veneto (198,2).

All’investimento del Pnrr sono associati due obiettivi: il primo (un milestone) prevede l’aggiudicazione dei contratti per la costruzione, la riqualificazione e la messa in sicurezza di asili nido e scuole dell’infanzia entro il secondo trimestre del 2023. Il secondo (un target) prescrive di creare 264.480 nuovi posti tra asili nido e scuole dell’infanzia entro la fine del 2025. Inoltre, la manovra 2022 ha stabilito un “livello essenziale di prestazione sociale” (Leps) che prevede che in ciascun Comune o bacino territoriale sia garantito un numero di posti (incluso il servizio privato) pari al 33 per cento della popolazione compresa tra 3 e 36 mesi. Esistono però “possibili ritardi nella realizzazione del primo obiettivo”, sottolinea il Focus. In base alle stime Upb e ipotizzando che tutti i progetti siano già disponibili, per rispettare il milestone sui contratti entro i tempi stabiliti la pubblicazione dei bandi/avvisi per l’aggiudicazione dei lavori da parte degli enti territoriali dovrebbe avvenire entro la fine del 2022. “A oggi, tuttavia, si stanno ancora definendo le convenzioni tra il ministero dell’Istruzione e gli enti territoriali per l’avvio della fase di realizzazione dell’opera e parte degli importi è ancora da assegnare. Il raggiungimento del milestone sembra quindi subordinato a un’accelerazione dei tempi necessari a concludere la fase di affidamento. Potrebbe essere utile avvalersi delle procedure semplificate introdotte temporaneamente per i progetti che rientrano nel Pnrr, la cui logica dovrebbe essere mantenuta nel futuro nuovo Codice degli appalti“.

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