Nel 2005 l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha scelto il 20 novembre per proclamare la giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada. Un ricordo che, di anno in anno, deve necessariamente andare oltre la sola celebrazione, diventando più un monito a impegnarsi – istituzioni e cittadini – a ridurre quei numeri impietosi, a far sì che il confronto con l’anno precedente possa essere sempre migliore.

Purtroppo non va decisamente in questa direzione (almeno) la prima parte di quest’anno. Secondo le stime realizzate congiuntamente da ACI e Istat sul primo semestre del 2022, tra gennaio e giugno gli incidenti con lesioni sarebbero cresciuti del 24,7% rispetto a quelli constatati nello stesso periodo dell’anno precedente. Anche i feriti sono aumentati, del 25,7%, così come le vittime: +15,3% rispetto al primo semestre del 2021. Nella fattispecie, le strade extra-urbane sono quelle che hanno fatto registrare un aumento di decessi maggiore (+20%) rispetto ad autostrade (+10%) e strade urbane (11%).

In tutto, tra gennaio e giugno di quest’anno si sono verificati 81.437 incidenti, che hanno portato a 1.450 morti e 108.996 feriti: volendo fare una media giornaliera, si potrebbe parlare di 450 incidenti, 8 morti e 602 feriti quotidiani.

Il confronto tra i dati di quest’anno e quelli del 2021 risentono, in parte, anche di una ripresa degli spostamenti, fortemente limitati tra il 2020 e il 2021, a livello regionale e non solo, come strategia di contenimento del Covid-19. I dati di ACI-Istat, infatti, ci dicono anche che ad aumentare sono state le percorrenze medie dei veicoli, del 25,6%.

In questo senso, se letti a confronto con quelli del 2019, invece, i numeri (comunque tremendi) della prima parte dell’anno descrivono una situazione in miglioramento: rispetto al 2019 c’è stato un calo degli incidenti del 2,6%, dei feriti del 6,8% e delle vittime del 5,5%; il dato dei decessi in autostrada, poi, è sceso dell’11,8%, e di quelli su strade extra-urbane di circa il 5%.

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