Sette ore di interrogatorio per ricostruire la scia di sangue che Giandavide De Pau, l’uomo fortemente sospettato di essere l’autore del triplice femminicidio nel quartiere Pratia di Roma, si è lasciato dietro giovedì. “Ricordo di essere stato in quella casa di via Riboty con delle ragazze cinesi e di avere tamponato la ferita alla gola di una di loro ma poi ho un black out e non ricordo più nulla. Non ricordo di essere stato in via Durazzo, ho solo vagato per due giorni senza mangiare né dormire” ha detto il 51enne nel corso dell’interrogatorio durato oltre sette ore in Questura.

Dopo avere vagato per due giorni, sono andato a casa di mia madre e mia sorella con i vestiti ancora sporchi di sangue. Ero stravolto e mi sono messo a dormire per circa due ore e poi sono arrivati i poliziotti a prendermi intorno alle sei di mattina”. Nel suo racconto anche l’incontro con una donna il giorno precedente ai femminicidi: “Di quegli istanti ricordo solo tanto sangue. Ricordo che una donna cubana è arrivata a casa mia e abbiamo consumato della droga, poi il giorno dopo ho preso un appuntamento a via Riboty”. Il 51enne ha spiegato di ricordare di essere arrivato in macchina in via Riboty, “di essere entrato in un appartamento che ricordo essere al piano terra e lì ho lasciato il mio telefono cellulare. Era la prima volta che andavo all’appartamento delle due cinesi, dopo un appuntamento preso per telefono”. Nel corso dell’interrogatorio gli investigatori hanno contestato a De Pau di essere stato immortalato dalle telecamere di videosorveglianza in via Durazzo, dove è stata uccisa la 65enne colombiana Martha Torres Castano. “Non ricordo di essere stato in quella casa, mi contestate due omicidi, quindi non avrebbe senso negarne un terzo”.

De Pau ha precedenti per droga, armi, violenza sessuale, lesioni, ricettazione, violazione di domicilio e due ricoveri psichiatrici. È stato l’autista del boss Michele Senese detto o’ pazzo e ha incontro con lui e da solo l’ex Nar Massimo Carminati. Individuato questa mattina in zona Primavalle: aveva ancora addosso vestiti macchiati di sangue. La svolta sulle indagini sul triplice omicidio di Roma sarebbe legata anche ad alcune testimonianze raccolte dalle forze dell’ordine nelle ultime ore. Al nome di De Pau si è arrivati dopo una segnalazione giunta alle forze dell’ordine da un suo stretto parente che potrebbe essere la sorella. Avrebbe chiamato facendo intuire di avere compiuto qualcosa di grave. Alla luce di questa comunicazione e conoscendo le “frequentazioni” di De Pau ha allertato le forze dell’ordine. “Io non posso dire nulla, non voglio dire nulla perché sto male, e non ho intenzione di parlare, no comment” ha affermato una donna uscita di corsa dall’appartamento di via Esperia Sperani e identificabile come la sorella del sospettato del triplice femminicidio di giovedì. Alla domanda se fosse stata lei a chiamare le forze dell’ordine la donna ha risposto. “I fatti parlano da soli, non sono io a dover parlare”.

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“È Giandavide De Pau l’uomo sospettato di essere il killer di Roma”, le forze dell’ordine allertate dalla sorella

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Modena, cadavere carbonizzato di una donna nel portabagagli di un’auto: si indaga per omicidio

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