I piani di riforma ospedaliera del ministro della Sanità tedesco Karl Lauterbach (SPD) sollevano sempre più malumori nel settore. Alla base c’è la legge sulla stabilizzazione finanziaria delle casse mutua pubbliche decisa dai due rami del Parlamento rispettivamente il 20 e il 28 ottobre. Essa indica, tra l’altro, che dal 2025 potrà essere considerato nei budget ospedalieri solo personale infermieristico qualificato immediatamente impegnato nei posti letto dei reparti. Imporrebbe così di finanziare diversamente larga parte delle ostetriche e assistenti alla nascita, logopedisti e fisioterapisti.

Se non si applicano dei correttivi le conseguenze saranno molto gravose, ha commentato la presidente dell’associazione delle ostetriche Ulrike Geppert-Othofer, per la quale le levatrici non potranno neanche più essere formate. La categoria ha fatto molta pressione anche con una petizione pubblica che ha raccolto oltre 1,5 milioni di firme, dando l’esempio anche ad altre professioni sanitarie.

Il Ministro Lauterbach ha risposto mercoledì attraverso un’intervista alla Rheinischen Post dove dichiara che le paure delle ostetriche sono infondate perché fino al 2025 sono sempre comprese nei bilanci delle cliniche e dopo entrerà in vigore la riforma ospedaliera alla quale il suo Ministero sta lavorando. È chiaro, sostiene, che le loro prestazioni saranno adeguatamente retribuite.

Ulrike Geppert-Othofer resta scettica. Soprattutto alla luce dell’attuale proroga dell’ordinanza sulle soglie minime del personale infermieristico di assistenza, che determina quanti infermieri per un dato numero di pazienti debbano almeno essere in servizio, a pena di ammende al nosocomio. Sono indicate soglie del 10% di giorno e 5% di notte. Un ospedale con un grosso reparto in cui sono previsti almeno 10 assistenti sanitari a tempo pieno, che ha assunto 5 infermieri e 5 ostetriche, è sanzionato, ha spiegato alla ZdF, a meno che non sostituisca 4 ostetriche con altri infermieri.

Le donne hanno invece diritto per legge al 100% all’assistenza prima e durante il parto, non al 5 o 10%, denuncia Ulrike Geppert-Othofer. “L’associazione delle ostetriche – lamenta- non ha ancora avuto alcuna risposta diretta dal Ministero e vorremmo che si parlasse con noi prima di decidere su di noi. E, calca la mano, non è suscettibilità delle ostetriche, è scarsa considerazione delle donne”, cita ancora ZdF.

Fin dal varo del governo la categoria si era augurata un miglioramento delle condizioni di lavoro che assicurasse un rapporto di un’ostetrica per ogni puerpera in sala parto. In effetti se ne è molto lontani, un rapporto dell’Istituto IGES di Berlino nel 2019 ha registrato che mediamente un’ostetrica assiste tre partorienti parallelamente in sala parto e in giornate con nascite sopra la media è ancora più alta.

La legge di stabilizzazione finanziaria delle casse mutua pubbliche, approvata poco meno di un mese fa, impone la controversa razionalizzazione del personale negli ospedali, unitamente a risparmi e riduzioni di liquidità alle case mutua coinvolte. Anche se impone tagli, prevede peraltro che i fondi per la sanità per il 2023 siano elevati di due miliardi, passando a 16,5 miliardi, e garantisce agli istituti mutualistici un prestito senza interessi di 1 miliardo. Eleva anche nell’odine del 5% lo sconto imposto ai produttori sui prezzi dei farmaci, in particolare per i preparati brevettati, e prolunga in generale al 2026 la moratoria sugli aumenti dei prezzi. Aumenta per un biennio da 1,77 a 2 euro la quota dovuta dalle farmacie alle casse mutua per ogni confezione venduta.

Il ministero della Sanità si è impegnato a presentare un piano compiuto per un finanziamento solidale affidabile del sistema mutualistico pubblico entro fine maggio 2023. Per la riforma ospedaliera ha istituito una commissione di 17 esperti che il 22 settembre ha presentato il suo secondo rapporto.

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