Cambiare in corsa il cartellone della stagione, dal quale andrebbero escluse le opere russe, a iniziare dal Boris Godunov di Modest Musorgskij, e anche l’esibizione di Anna Netrebko. È l’invito rivolto in una lettera indirizzata al sovrintendente del teatro alla Scala, Dominique Meyer, al sindaco Beppe Sala e al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, dal console ucraino a Milano Andrii Kartysh.

A meno di un mese dal 7 dicembre quando, nel giorno di Sant’Ambrogio, si terrà la Prima con in programma appunto il Boris Godunov, il numero uno della Scala e le istituzioni locali hanno ricevuto la richiesta ufficiale del console, motivata – è il senso della lettera – dalla necessità a suo avviso, di non assecondare “eventuali elementi propagandistici” perché l’eredità culturale è uno strumento nella mani della Federazione Russa, pertanto è necessario essere cauti. Nessuno, a distanza di oltre 24 ore dal momento in cui la lettera è diventata di dominio pubblico, ha risposto ufficialmente.

Alla Scala, la richiesta di rivedere il programma della Prima cancellando un’opera composta oltre 150 anni fa, è stata accolta con sorpresa e stupore, secondo quanto ha appreso l’Adnkronos. Il diplomatico, si fa notare, si è reso conto con sei-sette mesi di ritardo che il dramma lirico di Musorgskij è il titolo scelto per la Prima, annunciato nella scorsa primavera.

E si sottolinea come il Boris Godunov è un titolo ricorrente delle stagioni della Scala fin dalla prima italiana del 1909 voluta da Arturo Toscanini. E da allora è stato rappresentato da allora 25 volte. Nessuna intenzione, dunque, di cambiare in corsa il titolo che debutterà tra meno di un mese e con le prove che cominceranno a breve. Del resto, si sottolinea, la regia di Kasper Holten proporrà una riflessione proprio sul rapporto tra potere e coscienza.

Nella lettera – che si apre con un ringraziamento nei confronti delle autorità per “il manifesto sostegno, tuttora palpabile” verso l’Ucraina – si sottolinea anche come siano stati inseriti nel cartellone del Piermarini diversi spettacoli di musica russa e un concerto della soprano Anna Netrebko, russa naturalizzata austriaca. Il console Kartysh cita poi il “grande disappunto e rammarico” manifestatosi all’interno della comunità ucraina in Italia” in seguito alle scelte artistiche del Teatro alla Scala per la stagione 2022-2023″. Un disappunto che, nei giorni scorsi, si era evidenziato anche attraverso un appello dal basso (e raccolta firme online) per chiedere di sostituire gli spettacoli russi.

La tesi del console ucraino a Milano è che proprio “la cultura – si legge nella lettera – viene utilizzata dalla Federazione Russa per dare peso all’asserzione della sua grandezza e potenza, assecondare la sua propagazione”. Per questo “non può che nutrire l’immagine del regime ivi vigente al giorno d’oggi, e dunque, per estensione, le sue ambizioni scellerate e i suoi innumerevoli crimini”.

La lettera si conclude con l’invito del console a “rivedere il programma della stagione al fine di bloccare eventuali elementi propagandistici”, e l’auspicio ad “avvicinare il momento in cui i confini dell’Ucraina, e con essi la pace nel nostro continente, saranno ripristinati”, così che la cultura russa possa “tornare ad essere svincolata dalla sua realtà politica” ed essere “apprezzata liberamente, senza rimorsi dettati dall’etica”.

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