Nessuna “condotta dolosa o colposa della dirigenza” delle Rsa del Mantovano nella gestione della prima ondata di Covid-19 nella primavera 2020. Lo si legge nella richiesta di archiviazione delle indagini della Procura locale per l’ipotesi di omissione di atti d’ufficio e relativa gestione del contagio da virus Sars-Cov 2 all’interno di varie strutture residenziali e di cura per anziani nella provincia. La richiesta è stata completamente accolta dal gip di Mantova, Antonio Serra Cassano, che ha disposto l’archiviazione del procedimento e il dissequestro dei beni, oltre alla restituzione degli stessi.

Dall’indagine affidata ai Carabinieri dei Nas di Cremona, che l’1 settembre 2022 hanno depositato una lunga nota conclusiva del lavoro svolto, è emerso come, “per quanto vengano individuate alcune lacune gestionali dell’emergenza da parte della dirigenza delle Rsa e individuati comportamenti più o meno virtuosi”, le difficoltà fossero “dipendenti dall’eccezionalità del fenomeno, dalle scarse informazioni scientifiche sul virus. A queste si aggiungono le difficoltà incontrate a livello di Pubblica Amministrazione e degli enti pubblici preposti alla gestione della pandemia legate anche all’iniziale mancanza o genericità delle disposizioni fornite alle Rsa”.

L’inchiesta ha infatti mostrato come le prime comunicazioni ricevute dalle strutture sulle azioni da intraprendere per contenere il virus siano state successive al 21 febbraio 2020, in riferimento ai primi provvedimenti ministeriali precedenti ai Dpcm di marzo, e nell’informativa dei Carabinieri di Cremona si fa ampio riferimento alla “indisponibilità materiale di dispositivi diagnostici e di protezione, quali tamponi e mascherine, almeno nel primo periodo pandemico”.

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