Era minorenne la ragazza con cui ha avuto una relazione il professore di Milano radiato da tutte le scuole di Italia. Lo riporta il Corriere della Sera. Il docente, però, davanti alla commissione disciplinare ha assicurato che “non c’è mai stata alcuna forma di abuso, né fisica né collegata al ruolo, mai alcuna pressione dal punto di vista psicologico o in qualche modo legata alla posizione di insegnante”. L’uomo ha anche aggiunto di aver sbagliato, ammettendo di essere pentito: “Ho commesso un errore in un momento di debolezza”. All’epoca dei fatti il professore aveva poco meno di 30 anni.

Il quotidiano di via Solferino ha anche riportato che la dirigenza della scuola mise al corrente il ministero dell’Istruzione con un dossier. Il docente non nascose mai la relazione con la studentessa, che nei primi mesi – tra il 2017 e il 20018 – non aveva ancora compiuto 18 anni. I magistrati di Milano avevano aperto un primo fascicolo, poi archiviato perché “anche al livello penale è stato accertato che non ci fu alcun abuso, nessuna violenza, nessuna forma di pur minima pressione, anche emotiva o psicologica”, ha spiegato l’avvocato dell’uomo. La relazione tra i due si interruppe solo dopo essere stata scoperta dai genitori della ragazza, in seguito a un colloquio tra il docente e la madre della studentessa. La Cassazione ha però confermato quanto stabilito dalla Corte di Appello nel 2020: “Instaurare una relazione sentimentale e sessuale con un’alunna, tanto più se minorenne, significava venir meno in modo radicale ai doveri e alle responsabilità insiti nel ruolo e disvelava la totale incapacità di discernere la sfera professionale da quella personale e la sfera etica da quella sentimentale”.

Il legale del professore ha contestato la sentenza, affermando che “una volta accertato in sede penale e amministrativa che non ci sia stata alcuna forma di pressione di alcun genere, bandire per sempre il mio assistito da ogni possibilità di pubblico impiego appare davvero eccessivo“. Il legale ha aggiunto che “in un caso avvenuto sempre a Milano un’insegnante di sostegno era stata destituita a causa di metodi punitivi eccessivi sui ragazzi: in quel caso però la Cassazione ha ribaltato il verdetto di Appello e alla docente è stato concesso di rientrare nel mondo della scuola, pur se ovviamente in diverso istituto e con un ruolo non a contatto con gli alunni”.

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