Sia gli Stati Uniti che l’Unione europea stanno valutando la possibilità di pagare Elon Musk e la sua Space X per continuare a mantenere operativa in Ucraina la sua rete di comunicazione Starlink. Lo scrive il sito Politico. Starlink si appoggia ai satelliti commerciali messi in orbita dal gruppo di Musk e ha permesso a Kiev di continuare ad avere connessioni nonostante i danni inflitti dalle forze russe, assicurando all’Ucraine quello che gli analisti ritengono un importante vantaggio di intelligence. Nei giorni scorsi Musk aveva affermato che non sarebbe stato in grado di assicurare il servizio a tempo indeterminato a causa degli elevati costi (si stima circa 20 milioni di dollari al mese) invitando il Pentagono a coprire il costo. Salvo poi confermare ieri la prosecuzione del servizio a sue spese. Tuttavia il Pentagono sta ora pensando di dirottare a favore della rete di telecomunicazione parte delle risorse del fondo Ukraine Security Assistence Initiative usato per rifornire l’Ucraina di armi ed equipaggiamenti. Space X non ha risposto alla richiesta di un commento sulla questione. Un diplomatico ucraino si è detto fiducioso sulla possibilità che venga trovato un accordo per mantenere operativa la rete.

Un contributo alle spese è stato discusso anche dai paesi europei durante il vertice dei ministri degli Esteri. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis precisando che si tratta di valutazioni. Il ministro ha sottolineato le preoccupazioni che riguardano il fatto che le comunicazioni in Ucraina dipendano dalla volontà di una persona “super powerful” che potrebbe deciderle di interromperle da un giorno all’altro. Sarebbe meglio, ha aggiunto, stringere un accordo commerciale tra i paesi dell’Unione e Space X di Elon Musk. Fiona Hill, ex consulente di Donald Trump sulle questioni russe, ha affermato che Valdimir Putin sta utilizzando messaggeri come Elon Musk per cercare di raggiungere un accordo con gli Stati Uniti per chiudere il conflitto a condizioni a lui favorevoli. Musk ha proposto un piano di pace di 4 punti (tra cui la cessione della Crimea alla Russia) che ha suscitato dure reazioni da parte di Kiev.

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