Il 60% degli italiani vuole che Zelensky trovi un compromesso con Putin, mentre soltanto il 27% è convinto che sia necessario sostenere fino all’ultimo il presidente ucraino contro il leader russo. A rilevarlo è un sondaggio condotto da Nando Pagnoncelli (Ipsos) per Di Martedì, nella puntata andata in onda l’11 ottobre, dal quale emerge che il percorso auspicabile per la risoluzione del conflitto consiste nell’uso della diplomazia e, dunque, nell’apertura di un dialogo con il capo del Cremlino. La rilevazione arriva a poche settimane dalla manifestazione della pace di metà novembre “apolitica e senza bandiere di partito” proposta dal leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, convinto che l’Unione europea, “totalmente appiattita su una strategia anglo-americana”, debba “farsi promotrice di una conferenza internazionale di pace, da svolgersi in sede europea sotto l’egida delle Nazioni Unite, con il pieno coinvolgimento del Vaticano”. Un’iniziativa alla quale Carlo Calenda ed Enrico Letta hanno risposto annunciando rispettivamente “una grande manifestazione a Milano“ e il sit in di oggi davanti all’ambasciata russa a Roma, mobilitazione lanciata da un gruppo di sigle pro Ucraina.

Ci sono anche altri appuntamenti: dalla tre giorni – dal 21 al 23 ottobre – della Rete per la pace e il disarmo, al corteo del 28 ottobre a Napoli promosso dal governatore della Campania Vincenzo De Luca, alla manifestazione del 5 novembre a Roma di 500 realtà sociali e sindacali, per rivendicare pace ma anche diritti e lavoro. L’elenco è incompleto e destinato a crescere. Le differenze di fondo fra le piattaforme delle varie iniziative non sono tracciate con l’aratro. Anche se, a livello politico, Pd e Azione accusano il M5s di essere ambiguo nella condanna alla Russia e il M5s accusa Pd e Azione di non contrastare l’escalation militare e, in questo modo, di non spingere abbastanza per i negoziati di pace. “Usano in modo vergognoso l’accusa di filo-putinismo come una clava per soffocare qualsiasi democratico confronto”, ha detto Conte, che ha respinto le accuse di una linea “morbida” verso la guerra di Putin: “La nostra posizione non è ambigua: ferma condanna della Russia, anche degli ultimi attacchi missilistici, e sostegno alla popolazione ucraina a cui riconosciamo il diritto all’autodifesa. Ma il problema è che è scomparso il negoziato di pace che per noi e l’unica via d’uscita. Vogliamo una grande conferenza di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite e con il sostegno della Santa sede”.

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