Un piccolo debito, qualche centinaia di euro per dei lavori edili non ancora pagati. Dalla discussione nasce una rissa: Ragip Kolgeci, 52 anni, resta a terra. È morto dissanguato a causa delle ferite inferte da alcuni colpi di pugnale, dopo essere stato bastonato e preso a calci. La vittima, originaria del Kosovo, viveva a Treviso, ed è qui che è morto, nel quartiere Fiera, nella cintura della prima periferia, a poca distanza dal grande Luna Park allestito ogni anno in questo periodo per la ricorrenza di San Luca.

I fatti si sono sviluppati nella tarda serata del 12 ottobre. Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, l’aggressione era stata pianificata. Alcune testimonianze raccontano, infatti, che poco prima del pestaggio, da uno o più veicoli è sceso un gruppo di persone di varia nazionalità dell’area balcanica che, come confermerebbero i ritrovamenti della polizia, aveva con sé corpi contundenti di diversa natura, come bastoni e tirapugni.

In base alla ricostruzione, Kolgeci stava cercando di far valere le ragioni del figlio che non aveva ancora ricevuto il pagamento per un servizio prestato in un cantiere. Dopo il pestaggio, i partecipanti sono fuggiti, dividendosi. Alcuni si sono recati ai pronto soccorso degli ospedali di Treviso e di Oderzo perché a loro volta feriti. In tutto sono sei gli uomini medicati dalle due strutture, tutti con prognosi lievi. È fra questi che la polizia ha iniziato a investigare. In poche ore sono risaliti ai due principali indagati, arrestati con l’accusa di omicidio: uno residente a Treviso, 50enne, e il secondo a Oderzo, una ventina d’anni più giovane.

L’aggressione ha riacceso l’attenzione su altri casi di violenza registrati negli ultimi mesi a Treviso e provincia. Sullo sfondo dell’omicidio di Kolgeci ci sarebbe il complicato mondo dei subappalti: negli ultimi tempi, nella zona, si è assistito alla nascita di un numero rilevante di microimprese di costruzioni. Da qui sorgerebbero i conflitti per la spartizione degli incarichi. Un contesto in cui lo scambio di prestatori d’opera tra le varie ditte avviene spesso in modo incontrollato e attraverso pagamenti a nero.

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