Confermata in Appello l’assoluzione di Nunzia De Girolamo e altri cinque imputati nell’inchiesta sulla Asl di Benevento. In primo grado il Tribunale di Benevento aveva assolto tutti gli otto imputati e il pm Assunta Tillo aveva impugnato sei delle otto assoluzioni, tra cui quella dell’ex ministra ed ex parlamentare, dei suoi collaboratori Giacomo Papa e Luigi Barone, dell’ex direttore generale Michele Rossi, dell’ex direttore amministrativo della Asl Felice Pisapia e dell’ex responsabile budgeting Arnaldo Falato. In Appello, il sostituto procuratore generale aveva chiesto condanne a 6 anni per De Girolamo e Rossi per tentata concussione e concussione e a 5 anni per Papa, Barone, Pisapia e Falato per concussione. La Corte d’Appello però ha dato ragione alle difese e per tutti i sei imputati è stata confermata l’assoluzione anche in secondo grado.

Nel 2014 De Girolamo si era dimessa da ministra delle Politiche Agricole del governo Letta poche settimane dopo lo scoppio dello scandalo intorno a quest’inchiesta, iniziata con la rivelazione delle registrazioni di Felice Pisapia, l’ex direttore amministrativo dell’Asl di Benevento. L’uomo aveva registrato di nascosto numerose riunioni tra De Girolamo, lo stesso Pisapia, l’ex manager Michele Rossi, l’ex direttore sanitario Gelsomino Ventucci, l’avvocato Giacomo Papa e il giornalista Luigi Barone, all’epoca componenti della segreteria di De Girolamo. Riunioni che si svolgevano nella villa di famiglia della parlamentare sannita e che avevano come oggetto nomine nella sanità, gare d’appalto e allocazione di presidi sanitari sul territorio. Decisioni assunte, secondo le ipotesi dell’accusa e del gip che dispose il rinvio a giudizio, tramite criteri di spartizione politica e clientelare. Ma il tribunale di primo grado ha ritenuto che le conversazioni registrate da Pisapia non configurassero reati. Tesi evidentemente accolta anche dalla Corte d’Appello.

“Assolta dopo 9 anni, finalmente finisce un incubo terribile“, dice De Girolamo all’Adnkronos dopo l’assoluzione appena confermata anche in appello. “Sono felice – aggiunge l’ex parlamentare del Pdl e poi del Nuovo centrodestra di Angelino Alfano – che anche la Corte d’Appello abbia confermato la mia assoluzione piena e ringrazio chi, in questi anni difficili, mi ha dimostrato vicinanza e affetto. Resta, certo, l’amarezza per il linciaggio mediatico subito”, conclude la De Girolamo, ricordando come l’inchiesta l’abbia “costretta a lasciare da ministro”.

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