di Roberto Del Balzo

Seduti sul divano, attaccati a una maniglia della metropolitana o di un autobus mentre andiamo al lavoro o, più prosaicamente, in attesa sul water, leggiamo l’esilarante mondo dei social, una sorta di lettino da psicologi deliranti dove pazienti di ogni tipo mettono in posizione orizzontale il proprio ego, dove giornalisti e politici scrivono senza distinzione insensatezze di ogni tipo, cercando di mettersi in evidenza, cercando di darsi un’identità che non hanno, scadendo sempre nel conformismo dell’anticonformismo, scivolando nelle più urticanti banalità oppure sdraiandosi in un politicamente corretto che in alcuni casi diventa diagramma piatto a cui non serviranno scosse sismiche cerebrali per riattivare un po’ di sana critica, un po’ di attenzione verso una realtà che morde ogni giorno lasciando segni sempre più profondi.

Non serve a nulla stare sui social se non a capire meglio questo coacervo di personaggi in cerca di lasciare un graffio della propria esistenza compressa in un’eterna frustrazione. Lontano dai social e quindi da un certo caos inutile e dannoso per la salute mentale di tanti ci sono le informazioni che ci arrivano dirette, oggettive, parole pronunciate davanti a una telecamera. E cosa ci si aspetterebbe dai grandi potenti della terra, dalle loro dichiarazioni? Che aspettative abbiamo ormai dei leader che tamburellano le dita intorno al tasto rosso? Un giorno sì e l’altro pure, cercando in modo preoccupante di stringere mani inesistenti, l’uomo più potente del creato, il vecchio Joe Biden, lascia dichiarazioni come se fosse – lui sì – seduto sul water della Casa Bianca, informandoci che Putin non scherza, che “l’Armageddon nucleare” è dietro l’angolo, che la risposta a qualsiasi iniziativa impropria dell’invasore Putin farà diventare il sole un tiepido fiammifero rispetto alle fiamme devastanti che avvolgeranno il nostro pianeta. Altro che cambio climatico.

Ma a chi parla Biden che dichiara ogni giorno cose tremende come se fosse la parodia di uno dei tanti mestatori di Twitter? Avviene così lo scambio di minacce tra potenti? Improbabile. Alla fine tutte queste dichiarazioni, tra Biden, Putin o chi per essi, diventano misere frasi da film, virgolettati che possono arrivare da un film con Bruce Willis. Magari finirà così, tamburellando le dita accanto al tasto rosso, in attesa che qualcuno inizi per primo, davanti alle telecamere, imbellettato dal cerone, il nostro Biden-John McClane potrà finalmente dichiarare: “Hippy ya ye pezzo di mer*a!” Sicuramente finirà in tendenza, almeno per pochi istanti. Gli ultimi.

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