“Questo è fango su Giorgia Meloni“. Giuseppe Conte prende posizione, esprimendo solidarietà alla leader di Fratelli d’Italia dopo la notizia pubblicata della stampa spagnola sul padre Francesco condannato nel 1995 per traffico di droga. “Io Meloni e Fratelli d’Italia con il M5S li combatto in tutte le sedi, ma sul piano politico. Non si possono però addebitare in maniera subdola a una figlia – che dal genitore è stata abbandonata, senza avere più rapporti – i reati e gli errori del padre”, aggiunge il presidente del Movimento 5 stelle. “È inoltre intollerabile – ha aggiunto Conte – mettere etichette su chi viene da situazioni difficili e cerca la propria strada e il riscatto lontano da quel contesto. È una lezione che anche la politica, compresa quella portata avanti da Giorgia Meloni contro chi è in difficoltà e non ha nulla, deve imparare”, conclude il leader del M5s.

Il caso sollevato dalla stampa spagnola è entrato a pieno titolo nel dibattito italiano. Tutto nasce dal quotidiano Diario de Mallorca che, a pochi giorni dalle elezioni italiane che hanno visto Fdi affermarsi come primo partito, racconta la vicenda del 1995, quando Francesco Meloni venne fermato nel porto di Maó, a Minorca, con 1.500 chili di hashish su una barca a vela: vicenda che gli costò una condanna a 9 anni. La figlia Giorgia in quel periodo aveva da poco compiuto 18 anni e aveva interrotto i rapporti con il padre già sette anni prima. Nel suo libro Io sono Giorgia, la leader di Fratelli d’Italia ha, infatti, raccontato di come suo padre abbandonò la famiglia quando lei aveva ancora un anno. E di aver completamente smesso di vederlo quando aveva circa 11 anni, quindi nel 1988.

Ma la notizia è stata comunque rilanciata e commentata anche in Italia. Anche Carlo Calenda solidarizza con Giorgia Meloni: “Quello che ha fatto il padre non c’entra nulla con lei”, scrive. E nel suo intervento sui social il fondatore di Azione punta il dito contro la giornalista Rula Jebreal, definendo il suo commento “una bassezza” e invitandola a “cancellare il tweet”. Tra le varie reazioni, infatti, c’è stata anche quella della giornalista Jebreal che ha condiviso la notizia aggiungendo che “Meloni non è colpevole dei crimini commessi da suo padre, ma spesso sfrutta i reati commessi da alcuni stranieri, per criminalizzare tutti gli immigrati, descrivendoli minaccia alla sicurezza. In una democrazia – ha aggiunto – ci sono responsabilità individuali, non colpe/punizioni collettive”. In un altro tweet Jebreal contesta a Giorgia Meloni anche il fatto di avere pubblicato “il video di uno stupro in cui si afferma che i richiedenti asilo sono criminali che vogliono sostituire i bianchi cristiani“. Frasi che hanno provocato dure critiche da diversi esponenti di Fratelli d’Italia e anche dalla diretta interessata che ha annunciato querela contro la giornalista. “Tutti sanno che mio padre andò via quando avevo poco più di un anno. Tutti sanno che ho scelto di non vederlo più all’età di undici anni. Tutti sanno che non ho mai più avuto contatti con lui fino alla sua morte”, scrive Meloni. “Ma poco importa – aggiunge – se i “buonisti” possono passare come un rullo compressore sulla vita del “mostro”. Evidentemente tra le tante cose che non valgono per me c’è anche il detto ‘le colpe dei padri non ricadano sui figli'”. E alla fine la leader di Fratelli d’Italia si rivolge direttamente alla giornalista con un Ps: “Signora Jebreal, spero che potrà spiegare al giudice quando e dove avrei fatto la dichiarazione che lei mi attribuisce”, conclude Giorgia Meloni..

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