Oltre ad un fondo di 200 miliardi da coprire con un credito per frenare il rincaro dei prezzi energetici e rintuzzare le previsioni di recessione, il governo tedesco ha approvato mercoledì l’aumento del Wohngeld, l’aiuto per pagare l’alloggio riconosciuto a quanti non usufruiscono di contributi sociali in senso stretto ma hanno pochi mezzi e al contempo il forte ampiamento dei percettori. Da gennaio il sussidio salirà in media di 190 euro al mese e potranno farne richiesta anche tutti coloro che percepiscono il minimo salariale che finora ne erano esclusi o che hanno una pensione dello stesso livello. Titolo ne avrà sia chi è in affitto, che chi detenga la proprietà dell’alloggio in cui vive, e pure i residenti in un ospizio. Esclusi coloro che già godono di altri sussidi come l’Arbeitslosengeld II ovvero quello per la disoccupazione. “Molte persone hanno paura di un inverno freddo. Non sanno se potranno pagare gas e corrente, quando i costi di alloggio già coprono una grande fetta dei loro guadagni” ha motivato la riforma la ministra Klara Geywitz (SPD). Ora il disegno di legge passerà al Bundestag.

L’entità effettiva del contributo dipende anche da canone, superfice e zona dell’immobile abitato. Il ministero dell’edilizia ha disposto un calcolatore, accessibile in rete, perché gli interessati possano verificare se vi hanno diritto. Tra i criteri rientrerà anche una componente climatica volta a ridurre disuguaglianze per i locatari che hanno spese maggiori perché vivono in appartamenti non ben isolati termicamente. Secondo un calcolo dell’Institut der Deutschen Wirtschaft in una zona cara un single potrà richiederlo con uno stipendio lordo fino a 2.300 euro ed una famiglia di quattro persone fino ad un reddito di 5.000 euro. Equivarrà in media ad una sovvenzione di 370 euro al mese, il doppio degli attuali 177 euro circa. La cerchia degli aventi diritto sarà estesa a 2 milioni dagli attuali 600 mila circa. Con ciò saranno aiutati, ha indicato la ministra Geywitz, fino a 4,5 milioni di cittadini. Nel disegno del governo, lo Stato stanzierà il 50% pari a 1,85 miliardi, mentre i Länder dovrebbero pagare l’altra metà. Non è però detta l’ultima parola perché i Governatori hanno indicato che le casse federali dovrebbero farsi interamente carico della riforma. Per molti degli attuali percettori, studenti ed apprendisti, ci sarà anche un secondo contributo per le spese di riscaldamento. Chi vive da solo avrà 415 euro, due conviventi 540 euro ed ogni persona in più altri 100. Studenti che ricevono i sussidi per lo studio BaföG ed apprendisti con aiuti statali percepiranno forfettariamente 345 euro.

Per le organizzazioni sociali la riforma va nella giusta direzione ma gli aumenti sono ancora insufficienti a coprire le necessità. In Germania 7,7 milioni di nuclei familiari sono considerati sotto la soglia di povertà, godono cioè di meno del 60% del reddito medio. I comuni saranno poi chiamati a valutare il quadruplo delle domande di sussidio, allungandone i tempi di evasione. Già adesso in città come Monaco le attese sono da nove a dieci mesi. Le imprese energetiche approfitteranno in ultima analisi del denaro pubblico, ma è un male necessario per dare corpo alla promessa del Cancelliere “non camminerete mai soli”. La coalizione semaforo ha deciso mercoledì anche che i lavoratori potranno ricevere un premio per pareggiare l’inflazione fino a 3.000 euro pagabile dai datori di lavoro esentasse entro la fine di dicembre 2024. A modifica della legge sul risparmio energetico entrata in vigore il primo settembre il divieto di illuminazione non varrà per le installazioni in monumenti o edifici in occasione di feste religiose o tradizionali come il Natale, ed il divieto di reclame luminose vigerà solo di notte mentre ora scatta dalle 22. Anche l’Ue ha evidenziato che a fronte della crisi energetica sono necessari interventi a sostegno dei cittadini. In Germania dal primo ottobre scatterà il salario minimo a 12 euro e lo Stato interviene per aiutare i ceti deboli, in Italia invece la coalizione vincente annuncia modifiche al reddito di cittadinanza.

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