Esiste un’altra Capri, lontana dalla chiassosa Piazzetta, dagli sculettamenti di JLO e dalla vetrine sberluccicanti, fatta di passeggiate colte, di salotti letterari e di quartetti d’archi. A separare Anacapri da Marina Grande non sono solo i 900 e passa scalini scolpiti nella pietra della Antica Scala Fenicia.
E incantesimo fu per la roccia in verticale di Anacapri per Bernard Arnault che dopo aver a lungo corteggiato il Quisisana adesso si affaccia dalla terrazza-simbolo del cinquestelle (anche qualcuna in più) hotel Caesar Augustus dove si è appena esibita una conturbante Monica Guerritore per Il Festival “Il Canto delle Sirene”. E di fianco alla statua dell’imperatore posizionata sulla estremità il gigante del lusso si illumina d’immenso.

Bernard è andato al beach club Il Riccio per sentirsi un po’ a casa visto che è stato brandizzato Dior, griffe della maison LV. E con Ermanno Zanini, il direttore generale del Super Luxery Capri Palace Jumeirah, quattro chiacchiere per una condivisione più globale della riccanza. Monsieur LV aveva anche inaugurato al posto del chiosco dei giornali in piazzetta, una mini Library in boiserie dedicata alle Guide Cult LV per raffinati viaggiatori. Il giornalaio se ne è andato piu giu’, postazione strategica, vicino ai gabinetti pubblici (tanto chi li legge più i quotidiani). Parte Bernard e arriva Francois, certo per il marrriage Osanna/DeMarchi, officiato dal regista Paolo Sorrentino, ma anche per buttare un occhio in giro, alimentando così quella rivalità tra la prima fortuna di Francia (Arnault) e la seconda (Pinault) che adesso si è spostata all’ombra dei Faraglioni. Caccia all’ultima stella, anzi costellazione di stelle visto che si parla di hotel al top.

E ha compiuto vent’anni la kermesse ad Anacapri “Dal Barocco al Jazz” ( ideazione di Maria Sbeglia ). Si comincia con la presentazione dell’ultimo libro del notaio/scrittore Dino Falconio “Il Sangue di Caravaggio”, un racconto mozzafiato fatto di tradimenti, intrighi, sesso, omicidi e fuga. I suoi guizzi creativi di penna inseguono le pennellate del maestro del barocco che riflettono i chiari/scuri della sua vita. A dare pathos alla lettura la voce intensa dell’attrice di teatro Martina Monti. Alle sue spalle il tramonto infuocato di rosso diventa merce di scambio d’emozioni. E si finisce con la contaminazione musicale di Enzo Gragnaniello, un fuoriclasse verace che quando attacca “Lo chiamavano vient’ ‘e terra” e “Alberi” ( l’hit in duetto canoro con la Vanoni) anche i monumentali pini marittimi sembrano inchinarsi alle sue note.

Dal Chiaro di Luna del pianista Angelo Villari a Villa San Michele, altra bellezza di Anacapri, ex residenza di Axel Munte, si scende alla Fontelina per altro chiaro di luna, qui lady Simona Voena, moglie di Marco (il Gagosian dell’arte antica) insieme al figlio Edoardo si sono festeggiati in stile Ritorno alla Dolce Vita. 60 anni lei, ma l’età anagrafica non corrisponde allo spirito young e al suo sguardo azzurro caprese da perenne ragazzina. 30 anni lui. Big names sbarcavano direttamente dai panfili: Ruffini ( Moncler) Loropiana, Colussi, Brivio Sforza, Luisa Beccaria, Benedetta Cibrario, Lucio Bonaccorsi, Edmondo de Robilant ( socio di Voena) Camilla Nesbit, Pietro Valsecchi… mentre sul palcoscenico naturale incastonato fra le rocce Gianluigi Lembo & band erano pronti per lo scatenamento. “ Smettete di ballare, altrimenti qui nessuno mangia”… il monito arriva dalle cucine mentre lo chef spadellava paccheri all’astice. Fuochi d’artificio al taglio della torta e ancora balli. Lady Simona non ha voluto regali ma un contributo alla Associazione Laps di sostegno per i bambini disagiati. Chi ‘a avuto, ‘a avuto, e chi ‘a dato, ‘a dato…

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