“Oggi non è più la Pontida di prima perché dentro la Lega ci sono troppe cose che non quadrano”. Sul “sacro prato” di Pontida, nella Bergamasca, il popolo leghista è tornato a radunarsi dopo tre anni di assenza a causa nella pandemia. Ma rispetto al 2019 la situazione sembra essere cambiata. “Mi sta sulle palle vedere che Fratelli d’Italia ci doppia anche qui al Nord mentre dovrebbe essere il contrario” racconta una militante di Bergamo. Le fa eco un altro leghista che prepara panini alla salsiccia a fianco del palco: “Oggi le cose non vanno bene, non si parla più di federalismo e autonomia”. Parole che si ritrovano anche nello striscione esposto da un gruppo di militanti veneti. “Il 98,1 per cento dei veneti vuole l’autonomia. Salvini: Ormai semo strachi, ragionaci sopra”. Un vero e proprio avvertimento al segretario della Lega che prima del comizio riceve l’abbraccio della sua gente.

Oltre agli abbracci, sul pratone di Pontida, ci sono anche i mugugni. C’è chi rimpiange Bossi e chi non ha ancora digerito il periodo di governo con il M5s quando si sono “calate le braghe per dare il reddito di cittadinanza a scapito dell’autonomia”. E intanto, a una settimana dal voto, gli alleati di Fratelli d’Italia sembrano crescere anche al Nord. E se Meloni diventasse premier? “Oddio preferirei qualcun altro” commenta un’altra leghista mentre c’è anche chi la vede bene: “Ha le palle per fare il duce”. L’ultimo consiglio da Pontida è per il segretario Salvini: “Occorre tornare alle origini e di tornare a parlare di autonomia”. E qualcuno mette anche in dubbio il futuro della sua leadership.

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