Si riaccende il conflitto in Nagorno-Karabakh, con il governo armeno che denuncia una nuova offensiva dei militari dell’Azerbaigian nei territori contesitra i due Paesi. Scontri si sono registrati al confine, con i ministeri della Difesa di Yerevan e Baku che si accusano a vicenda per questa ennesima offensiva in una guerra a bassa intensità che dura ormai da più di 30 anni. E il governo armeno ha contattato il Cremlino chiedendo sostegno a Vladimir Putin, suo partner nell’area, considerando che l’esecutivo azero può vantare il supporto, anche militare, della Turchia. In mattinata, secondo quanto riporta l’agenzia russa Tass, le parti hanno concordato un nuovo cessate il fuoco a partire dalle 9 locali (le 7 in Italia).

Proprio il Cremlino, nel pomeriggio, è intervenuto sulle violenze manifestando “estrema preoccupazione” per l’escalation e aggiungendo che il presidente Putin e Recep Tayyip Erdogan discuteranno anche degli sforzi per riportare la pace tra Armenia e Azerbaigian quando si incontreranno venerdì a Samarcanda a margine del vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco).

Nelle violenze esplose in particolare nelle regioni di Dashkesan, Lachin e Kalbajar, sottoposte a un intenso fuoco da parte delle unità dell’esercito armeno con armi di vario calibro, compresi i mortai, l’esercito azero ha già subito delle perdite: “Alcune posizioni, rifugi e roccaforti delle Forze Armate azere sono state sottoposte a un intenso fuoco da parte delle unità dell’esercito armeno. Di conseguenza, si sono registrate perdite tra il personale e danni alle infrastrutture militari”, ha dichiarato il servizio stampa del ministero della Difesa dell’Azerbaigian. A sua volta il ministero di Yerevan riferisce che le forze armate azere stanno conducendo bombardamenti in tre direzioni, utilizzando veicoli aerei senza pilota, e che hanno provocato la morte di 49 soldati.

Si è già tenuto un colloquio telefonico tra il primo ministro armeno, Nikol Pashinian, Vladimir Putin, Emmanuel Macron e il segretario di Stato americano Antony Blinken per chiedere loro di reagire alla “aggressione” dell’Azerbaigian, fanno sapere dall’esecutivo. Nei colloqui separati, Pashinian ha detto di sperare in “una risposta appropriata da parte della comunità internazionale”. “Le forze azere continuano a usare artiglieria, mortai da trincea e droni colpendo infrastrutture militari e civili – hanno aggiunto dal ministero della Difesa – Il nemico sta cercando di avanzare”.

Da Washington, proprio Blinken manifesta “profonda preoccupazione per le notizie di attacchi lungo il confine tra Armenia e Azerbaigian” e le notizie di attacchi “contro insediamenti e infrastrutture civili in Armenia. Non ci può essere una soluzione militare al conflitto. Chiediamo di porre immediatamente fine a qualsiasi ostilità militare”.

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