La chiusura a tempo “indefinito” del gasdotto Nord Stream 1 da parte di Gazprom, decisa venerdì sera dopo gli annunci del G7 sul price cap al petrolio e di Ursula von der Leyen sul tetto al prezzo del gas, travolge i mercati. Alla riapertura delle contrattazioni, il prezzo ad Amsterdam è volato fino a 289 euro al megawattora, con un rialzo di oltre il 30% rispetto alla chiusura sotto i 215 euro di venerdì. I futures Ttf, vale la pena ricordarlo, sono il punto di riferimento del prezzo del gas in Europa. Poi il prezzo ha iniziato a oscillare, rimanendo comunque sempre oltre i 250 euro e, a metà mattinata, tornando nuovamente in zona 245. Anche il prezzo del petrolio è salito dopo che l’Opec+, il gruppo dei Paesi alleati produttori di petrolio che include anche la Russia, ha annunciato il taglio delle forniture all’economia globale di 100mila barili al giorno, sottolineando la loro preoccupazione per i prezzi del greggio che sono crollati a causa dei timori recessione: i future del West Texas Intermediate hanno guadagnato il 2,52% a 89,06 dollari al barile, il Brent è avanzato del 2,63% a 95,74 dollari al barile.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, da parte sua ha dichiarato che i problemi con le forniture di gas all’Europa attraverso il Nord Stream continueranno fino alla revoca delle sanzioni che impediscono la manutenzione dei macchinari del gasdotto. A Peskov è stato chiesto se è possibile affermare che la questione del pompaggio del gas attraverso Nord Stream dipenda completamente dalle sanzioni e che le forniture riprenderanno solo se queste saranno rimosse o attenuate: “Certamente – ha risposto -, sono proprio le sanzioni che impediscono la manutenzione delle unità”.

Intanto, l’instabilità energetica provoca conseguenze anche a livello monetario. L’euro ha raggiunto il livello più basso nel cambio con il dollaro Usa, scendendo sotto gli 0,99. La valuta europea ha perso lo 0,70% fino a 0,9884 su quella statunitense: si tratta del livello più basso dal dicembre 2002. Anche la caduta dell’euro è collegabile all’annuncio di Mosca, prima del weekend, sul taglio delle forniture di gas alla Germania e all’Europa. La lenta caduta dell’euro sul dollaro continua dall’inizio dell’anno, zavorrata dall’incertezza economica innescata dopo l’invasione russa in Ucraina.

Lo stop al gasdotto e la decisione comunicata da Opec+ hanno affossato le Borse europee. Maglia nera il Dax 30 di Francoforte, che ha ceduto il 2,2%, seguito da Piazza Affari a -2,01%. Il Cac 40 di Parigi ha ceduto a sua volta l’1,2% mentre l’Ibex 35 di Madrid ha lasciato sul terreno lo 0,89%. Eccezione di giornata il Ftse 100 di Londra, che in un giorno segnato dalla nomina di Liz Truss a prossima premier del Regno Unito guadagna lo 0,07%.

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