Le sanzioni alla Russia non dividono solo il centrodestra, con Matteo Salvini chiede prima chiede di rivederle e poi inverte la rotta dopo la presa di posizione di Fratelli d’Italia che dice di voler mantenere una linea coerente con quella degli alleati occidentali, ma anche gli italiani. Per il 51,1%, le sanzioni a Mosca andrebbero tolte “di fronte all’impennata dei prezzi del gas e dell’inflazione” mentre il 44% è contrario. A rivelarlo è un sondaggio settimanale di Termometro Politico, realizzato tra il 30 agosto e il 2 settembre.

Per il 24,2% degli intervistati, le sanzioni non andrebbero tolte perché “vorrebbe dire cedere a un ricatto” e anzi bisognerebbe “essere più duri con Mosca”, mentre per il 19,8% andrebbero mantenute “al livello attuale”. Il 23,1% dei contrari, invece pensa che andrebbero tolte perché, nonostante sia stato “comprensibile a febbraio reagire all’invasione dell’Ucraina”, oggi “è meglio rivedere l’atteggiamento verso la Russia”. Sempre tra i contrari, invece, la maggioranza, cioè il 28%, ritiene che le sanzioni non andavano imposte “fin dall’inizio”. Indeciso e senza una risposta precisa, invece, il 4,9% degli intervistati.

Per quanto riguarda il tema della “piena sovranità” dell’Italia, gli intervistati si dividono. Per il 30,1%, il nostro Paese è completamente sovrano e ritiene che parlare di un’Italia “colonia” sia “populista ed estremista”. Il 23,5%, invece, si considera “in parte d’accordo” con chi afferma che l’Italia non è un Paese sovrano, ma sottolinea che “è meglio che ci sia un vincolo esterno”. Il 19,8% considera l’Italia “succube principalmente degli Stati Uniti”, mentre per il 17,1% è “succube principalmente dell’Ue e di Francia e Germania”. Per il 15,9%, infine, siamo “una colonia della finanza internazionale e delle multinazionali”.

Nonostante la generale disaffezione verso la politica, tanto che molti sondaggi riportano un livello di astensionismo molto elevato a quasi 20 giorni dal voto, secondo il sondaggio di Termometro Politico, la maggior parte degli italiani ritiene sia utile votare. Il 62,9% ritiene sia necessario per “incidere veramente sulla direzione del Paese”, mentre il 22,2% ritiene sia utile farlo per “sbarrare la strada a leader e schieramenti che porterebbero l’Italia nella direzione sbagliata (22,2)”. L’8,4%, invece, non ritiene utile il voto, ma pensa sia giusto andare alle urne anche solo per “testimoniare la propria volontà politica”. Il 5%, poi, ritiene sia inutile votare perché “il potere è in mano a una ristretta élite”.

Se si andasse a votare oggi, comunque, secondo il sondaggio Fratelli d’Italia sarebbe primo partito con il 24,8% delle preferenze, mentre il Pd sarebbe secondo, in calo di tre decimi rispetto alla precedente rilevazione, al 23%. “Podio” per la Lega, in leggera flessione al 13,9%, mentre il Movimento 5 stelle guadagnerebbe quasi un punto, attestandosi all’11,6%. Forza Italia arriverebbe circa al 7%, mentre l’alleanza Azione-Italia Viva è data al 5,1%. Sotto il 3% gli altri partiti, con Italexit che sfiora la soglia di sbarramento, con il 2,8% e Impegno Civico che si attesta in coda agli altri schieramenti, con lo 0,6%.

Ma gli elettori si fidano delle promesse politiche? La maggior parte, rivela ancora il sondaggio settimanale, sì. Per il 28%, infatti, le promesse “saranno rispettate totalmente o quasi”, mentre il 56,5% le prende comunque come una “indicazione della direzione” e non “letteralmente” anche se pensa che la direzione “sarà rispettata”. L’8% pensa invece che le promesse non saranno rispettate ma, in campagna elettorale, ritiene “comprensibile” farle perché “funziona così”. Solo il 4,3% è “sicuro che alla fine non verrà rispettato alcun impegno” e chiede al proprio partito di non fare promesse del genere. Stabile invece la percentuale degli italiani che si fida dell’attuale presidente del Consiglio, Mario Draghi: sono il 44%.

Foto: Termometro Politico

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