“Sta iniziando una grande tempesta globale causata dalle azioni dell’Occidente”. L’ultima profezia di Dmitri Peskov arriva al termine di una settimana di altissima tensione, segnata dalla chiusura del gasdotto Nord Stream 2 da parte dell’agenzia statale russa Gazprom (una risposta ai piani europei di imporre un tetto al prezzo massimo di acquisto del metano) e dalla decisione di Bruxelles di sospendere l’accordo sulla facilitazione dei visti per i cittadini di Mosca. La Russia “sarà in grado di preservare la macrostabilità in mezzo a questa tempesta”, assicura il portavoce del Cremlino. Sul Nord Stream rigetta la palla nel campo dell’Europa, sostenendo che la riparazione della “perdita di petrolio” da una turbina del gasdotto (che nella versione di Mosca, smentita da Siemens, è la causa dello stop al flusso) spetti per contratto ai soci europei del progetto e non a Gazprom, che “resta un fornitore affidabile”.

“Se gli europei in maniera assolutamente assurda prendono una decisione in base alla quale si rifiutano di riparare la loro attrezzatura, o meglio, attrezzatura che appartiene a Gazprom, ma che, per contratto, devono manutenere, questa non è colpa di Gazprom, è colpa di quei politici che hanno deciso le sanzioni. E sono questi sfortunati politici che ora stanno costringendo i loro cittadini a morire di ictus quando vedono le bollette dell’elettricità. E ora, quando farà più freddo, la situazione peggiorerà ancora”, minaccia. Sui visti, invece, ribadisce che alla mossa delle istituzioni europee seguiranno “serie ritorsioni“. Anche il viceministro russo all’Energia, Alexander Novak, insiste nella narrazione che il blocco al gas sia “dovuto unicamente alle sanzioni europee che hanno impedito le adeguate riparazioni violando i contratti”. E minaccia il raggiungimento di “livelli record” del prezzo del metano in Europa.

Sul fronte diplomatico, intanto, Volodymyr Zelensky ha avuto un colloquio telefonico con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per discutere del prossimo round di aiuti a Kiev e di nuove sanzioni contro Mosca: “Necessario preparare l’ottavo pacchetto di sanzioni, compreso il divieto di rilascio di visti ai cittadini russi”, ha twittato il capo dello Stato ucraino. E mentre le operazioni militari proseguono (domenica sull’Ucraina sono piombati 14 missili e più di 15 raid aerei) un dialogo diretto tra le due parti sembra ancora lontanissimo: la Russia è disposta a confrontarsi con l’Ucraina “non solo alle nostre condizioni, ma in modo tale che i nostri interessi non soffrano in alcun modo”, dice Peskov. Uguale e contraria la posizione del consigliere di Zelensky, Mikhailo Podolyak: “I negoziati sono possibili, ma solo alle condizioni dell’Ucraina, dopo la restituzione dei territori e l’eliminazione delle enclave criminali” di Donetsk e Lugansk.

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