Non si placano i timori sulla sicurezza dopo il distacco temporaneo di ieri della centrale nucleare di Zaporizhzhia dalla rete elettrica ucraina. In mattinata la compagnia nazionale che gestisce i quattro impianti del Paese, Energoatom, ha fatto sapere che “a partire dalle 9 del 26 agosto 2022, tutte le unità elettriche della centrale nucleare di Zaporizhzhia sono disconnesse dalla rete elettrica. La linea di produzione di energia della centrale è stata ripristinata e sono in corso i lavori per preparare il collegamento di due unità di potenza della centrale alla rete. Non ci sono informazioni sul funzionamento delle apparecchiature e dei sistemi di sicurezza”. Nel pomeriggio, le autorità di Kiev hanno fatto sapere che, come successo ieri, la centrale è stata riconnessa alla rete elettrica ucraina.

Il distacco della centrale dalla rete ucraina è da settimane al centro dell’allarme lanciato proprio da Energoatom. Questo, infatti, non solo lascerebbe intere città senza corrente elettrica, favorendo anche le operazioni militari russe, ma soprattutto obbligherebbe i tecnici dell’impianto, sotto il controllo dei russi, ad alimentare tutto il complesso con i generatori a gasolio: tutto l’aspetto sicurezza sarebbe quindi legato all’affidabilità di questi generatori e alla disponibilità di combustibile per tenerli accesi. Per questo il personale della centrale nucleare è al lavoro per ricollegare i due reattori funzionanti alla rete elettrica ucraina, ha aggiunto Energoatom lasciando così intendere che il distacco di oggi non sarebbe stato programmato dalle forze d’invasione di Mosca. La compagnia ha anche dichiarato che è stata “ripristinata” la linea elettrica che era saltata ieri, provocando la prima disconnessione dalla rete elettrica nazionale in 40 anni. “La linea di alimentazione della centrale al sistema energetico ucraino è stata ripristinata e sono i corso i lavori per predisporre il collegamento alla rete delle due unità di potenza”. Non si segnalano al momento problemi al sistema di sicurezza e la centrale riceve l’energia necessaria al suo fabbisogno interno “attraverso una linea proveniente dal sistema elettrico ucraino”.

Tra le cause dietro ai problemi tecnici denunciate dalla Russia nelle scorse ore c’erano i bombardamenti di Kiev nell’area intorno all’impianto e gli incendi boschivi che si sono generati. E proprio le autorità filorusse locali, citate dalla Tass, in mattinata hanno riferito di un rogo scoppiato nell’area verde intorno alla centrale diffondendo anche le immagini satellitari che mostrano il fumo. Un funzionario filorusso, Vladimir Rogov, sostiene che, a causa di quelli che lui definisce attacchi delle forze armate ucraine a Energodar, al momento sarebbero state interrotte tutte e quattro le linee di fornitura di energia elettrica dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia verso il territorio ucraino controllato dalle autorità di Kiev. Secondo la fonte, la situazione nella centrale è sotto controllo e viene fornita energia alle zone dell’Ucraina occupate dalle truppe russe.

Le autorità filorusse di Energodar denunciano anche l’attività di quattro obici di artiglieria ucraini che, sostengono, hanno colpito l’area di stoccaggio di isotopi radioattivi della centrale di Zaporizhzhia. Le stesse fonti affermano che non vi sono state fughe radioattive.

Intanto dal governo di Kiev continuano a piovere accuse sui piani dei soldati del Cremlino riguardo alla gestione dell’intero complesso: le forze russe, ha detto Lana Zerkal, consigliere del ministro dell’Energia ucraino, stanno cercando di impedire a una missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) di raggiungere la centrale nucleare di Zaporizhzhia occupata da Mosca. Versione più volte smentita dai russi nel corso delle scorse settimane, dato che sono stati loro per primi a richiedere che un’ispezione venisse svolta all’interno della centrale. “La Russia ha portato l’Ucraina e tutti gli europei in una situazione a un passo da un disastro radioattivo“, ha attaccato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il capo dello Stato ha voluto “rassicurare tutti gli ucraini” perché, ha detto, “stiamo facendo di tutto per evitare uno scenario di emergenza, ma non dipende solo dal nostro Paese” e “serve una pressione internazionale che costringa” i russi “al ritiro immediato dal territorio della centrale di Zaporizhzhia” e “l’Aiea e le altre organizzazioni internazionali devono agire più rapidamente di quanto stiano facendo ora”. L’Aiea deve avere immediatamente accesso al sito “prima che” i russi “portino la situazione a un punto di non ritorno”.

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