“Erano due ragazze bravissime e belle, non ho parole. Ieri sera ci siamo trovati con alcuni amici per accendere lanterne con i loro nomi scritti sopra”. Lo dice una ragazza che conosceva Giulia e Alessia Pisanu, uccise la mattina del 31 luglio da un treno in transito alla stazione di Riccione. Parla da Castenaso, nel Bolognese, dove le due giovani erano residenti. “La gente – prosegue – non riesce a credere. La più grande era sempre a cena da noi, perché era amica di mia sorella. Mia mamma è sotto choc. Io non voglio più andare al mare a Riccione e sono incredula”. Le due sorelle, di 15 e 17 anni, sono state travolte da un convoglio Alta Velocità in viaggio verso Milano.

Erano ripartite pochi giorni fa dalla Sardegna, di dove erano originarie. Il padre Vittorio, insieme a suo fratello Pier Paolo, trent’anni fa aveva lasciato Senorbì, nel cagliaritano, per fondare pochi anni dopo una ditta di traslochi con sedi a Castenaso (Bologna) e a Castelfranco Emilia (Modena). Ma a Senorbì era rimasto un altro fratello e tutti gli altri parenti a cui le due ragazze erano molto legate: a giugno, dopo la vacanza a Costa Rei, erano state qualche giorno nel paese del padre per concludere le loro vacanze e far rientro nella terra dove vivevano e dove, qualche giorno dopo, sono morte. Da Senorbì sono partiti parenti e amici per raggiungere l’Emilia. “A nome di tutta la cittadinanza esprimo cordoglio e vicinanza alla famiglia Pisanu”, ha detto il sindaco Alessandro Pireddu. Alcuni amici e parenti hanno portato mazzi di fiori nella casa di Madonna di Castenaso dove vive la famiglia. “Abbiate rispetto di questo nostro momento”, ha detto ai giornalisti una donna, sul cancello della villetta tra gli alberi, nei pressi della chiesa della frazione. “Adesso è il tempo del rispetto, del silenzio e del raccoglimento. Le troppe parole scombussolano solo, dicono la parziale verità di tutto e deve essere solo un momento di raccoglimento e affetto e tenerezza verso i giovani. Questo è l’unico atteggiamento che noi adulti dobbiamo avere e manifestare”. Lo dice don Giancarlo Leonardi, parroco di Castenaso. “C’era coralità e amicizia – ha detto il sacerdote – un rapporto cordiale e di stima con il papà e lo zio e c’è tanto affetto”.

L’identificazione delle vittime è arrivata dopo alcune ore dall’accaduto (le 6.40 della mattina): le due giovani non avevano documenti che aiutassero a ricostruirne le generalità. Alcuni testimoni hanno detto di averle viste arrivare in stazione e tentare di attraversare i binari, barcollando. Difficile stabilire l’esatta dinamica di una disgrazia che si è consumata sotto gli occhi dei passeggeri in attesa del treno: secondo la testimonianza delle poche persone presenti a quell’ora della mattina, una delle due ragazze era ferma sui binari mentre l’altra si era seduta sulla banchina forse per scendere, superare i 50 centimetri di cemento che la separavano dalla sorella e cercare di salvarla o forse per aiutarla a risalire. Non sono servite a salvarle né le urla degli altri viaggiatori né il fischio insistente dell’ETR Freccia Rossa, in arrivo a Riccione da Pescara. Un treno che come sanno bene tutti i macchinisti in condizioni di sicurezza ottimale può raggiungere i 200 chilometri orari. Immediatamente sono scattati i soccorsi, sul posto la Polfer, gli agenti della Questura, la scientifica della polizia di stato, i carabinieri di Riccione e i vigili del fuoco di Rimini.

Non è stato facile per agenti della Polfer risalire all’identità delle due ragazze. L’unico indizio un cellulare estremamente danneggiato intestato ad una ditta di traslochi di Castenaso. Attraverso la ditta, è stato quindi rintracciato il padre delle due ragazze che in seguito ha effettuato il riconoscimento dei pochi resti delle figlie. Per ore si è intrattenuto negli uffici della Polfer di Rimini per poter ricostruire nel dettaglio gli ultimi istanti di vita delle figlie. Con l’aiuto delle telecamere si è potuto vedere le ragazze entrare in stazione, ma non il momento dell’impatto. Inoltre, sempre dalle testimonianze, è emerso che qualche minuto prima di morire le due ragazze avevano parlato al telefono proprio con il genitore, per rassicurarlo che stavano tornando a casa.

La ricostruzione dei momenti immediatamente precedenti l’impatto è stata fatta solo grazie alle testimonianze delle persone presenti. Le due sorelle non erano passate inosservate, per i gesti e per la camminata. Quasi tutti i testimoni le hanno definite stanche e spossate forse dopo una serata passata sveglie. Come molti ragazzini avevano preso il treno per Riccione con l’intenzione di tornare a casa la mattina dopo aver ballato magari tutta la notte. “A nome di tutta la comunità di Riccione esprimo profondo dolore per quanto accaduto questa mattina nella nostra Stazione e cordoglio per le famiglie colpite da questa immane tragedia. In questo momento di dolore verso le famiglie di queste due giovani donne, siamo vicini alle Forze dell’Ordine che stanno lavorando per fare luce su quanto accaduto”, ha scritto poi in una nota la sindaca di Riccione Daniela Angelini.

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