Da giorni sta bruciando il parco naturale nella “Svizzera Sassone”. Le fiamme si sono sviluppate nel fine settimana nel parco nazionale ceco Böhmische Schweiz e si sono estese lunedì alla Germania: divorati 250 ettari di bosco. Da martedì in località Bad Schandau vige il livello di allerta catastrofi. Il ministro degli interni della Sassonia, Armin Schuster, ha interrotto le vacanze e si recherà al confine per seguire da vicino la situazione. Otto elicotteri e 275 membri delle forze di intervento sono impegnati incessantemente nello spegnimento. Al loro numero si dovrebbero aggiungere ancora dei volontari. Tutti i turisti sono stati invitati ad allontanarsi e nell’area vige divieto assoluto di entrare nei boschi. Una direttiva generale del Land in vigore fino alla fine di settembre dispone che dal quarto livello di soglia di pericolo di incendio è vietato lasciare le strade nei boschi per addentrarsi nella vegetazione, o parcheggiare al di fuori delle aree previste e dal quinto livello – come appunto ora – è assolutamente proibito entrare in un bosco, prevendendo multe in caso di infrazione fino a 10mila euro. Un danno nel danno per albergatori e ristoratori nel periodo delle ferie scolastiche, in una regione che vive di e per il turismo.

Le fiamme, sviluppatesi da cinque focolai, si stanno allargando ancora al nord tra Groβem Winterberg e Groβem Zschandbach e – nonostante un cordone di sicurezza- hanno superato di nuovo il confine con la Boemia, come ha dichiarato Thomas Kunze, portavoce dell’amministrazione della circoscrizione Sächsische Schweiz-Osterzgebirge alla ZdF. In Repubblica Ceca sono attivi altri 450 pompieri, con macchinari taglialegna, per creare corridoi di sbarramento alle fiamme che stanno incenerendo dieci chilometri di bosco. Il lavoro di spegnimento è reso più difficile da vie impraticabili, penuria d’acqua – che deve essere pompata dall’Elba e avio-trasportata nelle vallate altrimenti irraggiungibili – e per la vegetazione secca che fa buon gioco alle fiamme, con i fumi che rendono anche difficile la visuale ai piloti militari degli elicotteri. La Repubblica Ceca sta rilasciando acqua nell’Elba dal suo sistema di dighe per spegnere l’incendio. Il deflusso della cosiddetta cascata Moldava è elevato di venti metri cubi al secondo. Sono 1,7 milioni di metri cubi d’acqua in più al giorno.

Ma anche in Brandeburgo, nella circoscrizione dell’Elster sull’Elba, 500 ettari di bosco sono stati attaccati dal fuoco. Le opere di spegnimento proseguono e stamattina almeno 300 ettari, grazie all’intervento di oltre 320 uomini, erano stati spenti. Nella notte è entrato in gioco anche un carro armato dell’esercito che ha abbattuto la vegetazione creando anch’esso un corridoio per limitare l’avanzamento dell’incendio. Elicotteri da trasporto dell’esercito gettano acqua presa dal lago Kiebitzer e parallelamente un elicottero della polizia esplora con una telecamera a infrarossi la zona dall’alto, per individuare nuovi focolai e misurare al contempo le aree di intervento. L’opera dei vigili del fuoco è stata rallentata da allarmi per il sospetto di ordigni esplosivi della Seconda guerra mondiale: per questo le fiamme avevano ripreso forza mercoledì sera ad Arzberg. Ma si è trattato di un errore e i lavori di spegnimento hanno potuto procedere stamane. Anche la situazione nell’area Falkenberg/Elster, secondo un ufficiale dei pompieri citato dalla Ard, è sotto controllo. Non ci sarebbero più fuochi aperti, ma la situazione è dinamica, con braci acese con temperature tra 40 e 180 gradi ed assenza di piogge.

Il professore Johann Georg Goldammer, esperto di “ecologia del fuoco” della società Max Planck per la chimica, ha spiegato in un’intervista alla Ard che quest’anno, più ancora che gli anni già secchi del 2018/2019, c’è un clima di siccità perdurante legato a ondate di calore lunghe intere settimane, che seccano il paesaggio rendendolo infiammabile in una misura mai vista prima. Negli anni 2010-2014 in Brandeburgo era stato promosso un programma con fondi pubblici per dei veicoli blindati da usare contro il fuoco, che secondo il professor Goldammaer dovrà avere sempre più rapido e vasto impiego. A questo si dovrà aggiungere una maggiore preparazione nell’affrontare gli incendi anche della popolazioni tedesche che risiedono vicino ad aree boschive ed agricole, prendendo esempio da quanto già avviene in regioni aduse a situazioni climatiche di perdurante siccità in Sud Europa, California ed Australia.

Anche se la responsabilità per gli interventi antincendio deve restare a livello comunale, essa dev’essere più fortemente regolata e finanziata a livello nazionale, indica il professor Goldammer. La crisi climatica porta la Germania in una situazione di pericolo che richiede un ripensamento. Il governo tedesco lo ha colto, assicurando prontamente aiuti ad entrambe le regioni colpite e – per bocca del ministro dell’Agricoltura Cem Özdemir – interventi per rendere i boschi a lungo termine più resistenti. Ma è indispensabile anche concepire una maggiore cooperazione europea di fronte ad eventi che, come mostra quanto avviene in Sassonia e Boemia, hanno portata sovranazionale.

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