“Non accettiamo la politica dei due forni. Quel che vale a Roma vale a Palermo“. Giuseppe Conte interviene, con una nota, per chiarire la posizione del Movimento 5 stelle sull’alleanza del campo largo progressista dopo quelle che lui stesso definisce “dichiarazioni arroganti da parte del Pd”. Nelle scorse ore, infatti – dopo il “difficile ricomporre” del segretario dem Enrico Letta – si sono susseguiti diversi interventi, da Franceschini a Guerini, che chiudono le porte all’interlocuzione.

Conte cita Palermo e la politica dei “due forni” proprio perché sabato in Sicilia si vota per le primarie M5s,Pd e sinistra per scegliere il candidato alla presidente della Regione: “Ormai la macchina è partita e domani il Movimento vi prenderà parte”, conferma il presidente 5 stelle mostrando comunque disappunto nei confronti del Partito democratico. Dopo la presa di distanze di Letta, infatti, era stato il ministro della Cultura, Dario Franceschini – a lungo garante dell’alleanza tra i due partiti – a certificare la rottura: “Questo strappo rende impossibile ogni alleanza”, ha dichiarato. A ruota arrivano le dichiarazioni del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini: “Bisogna essere molto chiari. Chi è stato protagonista della caduta del governo Draghi non può essere interlocutore del Pd. Punto. Non c’è molto da aggiungere”, ha affermato a Lodi. Un messaggio destinato chiaramente al M5s: le responsabilità di questa crisi “sono precise, ci sono protagonisti di una scelta che hanno nomi e cognomi – ha concluso Guerini – quelle persone non possono essere interlocutori del Pd. Questa è la mia opinione”.

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Elezioni politiche 2022, il sondaggista Weber: “A M5s e Pd l’alleanza non conviene, da soli potranno aumentare il consenso”. Noto: “Non basterebbe comunque per vincere”

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Questa campagna elettorale mi ricorda il 2008: anche il Pd di Letta è chiamato alla resistenza

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