Nei giorni precedenti all’apparizione di Mario Draghi in Senato non aveva più rilasciato alcuna dichiarazione. Lui, additato dai fedelissimi al presidente del Consiglio come il principale responsabile della crisi di governo innescatasi in Italia, aveva deciso di tenersi lontano dalle telecamere. Ma nella serata di mercoledì, dopo la striminzita fiducia raccolta dal premier in aula, con il governo che sembra ormai destinato a una fine anticipata, Giuseppe Conte torna a parlare. E lo fa replicando duramente alle parole altrettanto decise pronunciate dall’ex presidente della Bce di fronte ai senatori: “Siamo diventati il bersaglio di un attacco politico, siamo stati messi alla porta, non c’erano le condizioni perché potessimo continuare con una leale collaborazione”, ha dichiarato ai cronisti all’uscita da Palazzo Madama prima di denunciare “l’atteggiamento sprezzante” di Draghi nei suoi confronti.

Il leader del Movimento 5 Stelle ribalta la lettura che del suo ruolo hanno fornito gli avversari politici. Non carnefice, quindi, ma vittima di un esecutivo che, sostiene, li ha resi “bersaglio di un attacco politico”. Anche perché, ricorda, “misure che abbiamo introdotto per proteggere i più deboli e per far ripartire l’economia, di cui questo governo si è avvalso per realizzare un sonoro 6,6% di Pil, sono state criticate, disprezzate e siamo diventati il bersaglio di un attacco politico, che secondo me nulla ha a che vedere con le urgenze del Paese”. Atteggiamento al quale è corrisposto anche un “forte ostruzionismo e una deliberata volontà di cacciarci fuori dalla maggioranza. Abbiamo ricevuto insulti, anche da parte delle forze di centrodestra c’è stato un atteggiamento incomprensibile”.

A chi lo accusa di aver messo il governo alla porta a colpi di ultimatum, però, il capo del Movimento risponde che non si trattava di ricatti, bensì della volontà di aprire un dibattito su temi considerati di primaria importanza per il partito: “Non era questione di ultimatum – ha aggiunto – ma di priorità su cui bisognava definire un’agenda di governo. Non è stato possibile, abbiamo visto da parte del premier Draghi non solo indicazioni generiche, purtroppo su alcune misure c’è stato anche un atteggiamento sprezzante. Questo ci spiace molto. Oggi bisognava avere idee chiare e un atteggiamento preciso” e invece “c’è stato solo un atteggiamento sprezzante che non fa bene al Paese”.

Lo dimostra, sostiene, “il documento che abbiamo presentato al premier Draghi nelle settimane scorse” che “esprimeva il forte disagio del Movimento 5 Stelle. E oggi tutti i cittadini hanno capito il perché e le origini di questo disagio. Nessuna convenienza per noi ma solo misure per i cittadini, di questo volevamo parlare. Oggi era un passaggio fondamentale per chiarire al Paese non quello che si farà fra qualche anno perché i mesi sono pochi, ma avere idee chiare e indicazioni precise. Nulla di tutto questo”.

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