JP Morgan, la più grande banca statunitense, ha deciso di sospendere temporaneamente il suo programma di buy back (riacquisto di azioni proprie) dopo risultati trimestrali al di sotto delle attese. Dopo l’annuncio il titolo della banca perde il 4,5% a Wall Street. I programmi di buy back sono utilizzati per spingere al rialzo il valore dei titoli e accrescere l’utile per azione (e quindi anche bonus e stock options per i manager). La banca ha chiuso il periodo aprile-giugno, il primo interamente influenzato dalla guerra in Ucraina, con un margine operativo (differenza tra ricavi e costi) in discesa del 30%. I ricavi sono ammontati a 8,2 miliardi di dollari contro gli 11,5 miliardi dello stesso periodo del 2021. A penalizzare i conti sono stati soprattutto introiti al di sotto delle attese nella gestione di operazione societarie (fusioni, acquisizioni, etc). “Giugno è stato un mese particolarmente debole” ha detto il responsabile finanziario Jeremy Barnum presentando i dati.

Sono invece aumentati i ricavi da trading, ossia da operazioni sui mercati finanziari, saliti del 15% a 7,8 miliardi di dollari. La banca ha saputo approfittare della forte volatilità dei mercati che ha caratterizzato il trimestre. La banca ha annunciato di aver accantonato altri 458 milioni di dollari per far fronte ad eventuali future perdite. L’amministratore delegato Jamie Dimon aveva parlato recentemente di una “tempesta perfetta” in arrivo sul sistema economico. Al di sotto delle attese sono stati anche i risultati di Morgan Stanley, in particolari i ricavi della divisione investment banking si sono più che dimezzati.

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