A otto mesi all’assalto alla sede della Cgil, sono arrivate le prime sei condanne a Roma. Le violenze avvennero a margine di una manifestazione contro il Green Pass. Il giudice per l’udienza preliminare, al termine di un processo svolto con rito abbreviato, ha inflitto condanne tra i 6 anni e 4 anni e mezzo. In particolare sei anni sono stati inflitti Fabio Corradetti, figlio della compagna del leader di Forza Nuova Giuliano Castellino, e Massimiliano Urisno, leader palermitano di Fn. Accolto l’impianto accusatorio del pm Gianfederica Dito che contesta i reati di devastazione e resistenza a pubblico ufficiale aggravata.

Il giudice ha, inoltre, stabilito una provvisionale, immediatamente esecutiva in favore del sindacato di 10mila euro mentre il risarcimento dovrà essere definito in separata sede. Nessun risarcimento, invece, per l’Anpi che si era costituto parte civile. “Siamo particolarmente soddisfatti che il giudice abbia accolto la richiesta di qualificare quanto accaduto come reato di devastazione – ha commentato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini -, in quanto, in questo modo, si è accertata l’estrema gravità delle azioni e dei comportamenti compiuti dagli imputati a danno” del sindacato.

Secondo quanto ricostruito Corradetti faceva parte di un gruppo composto da circa 50 persone “che aveva avuto un ruolo decisivo nel creare criticità per l’ordine e la sicurezza pubblica” e per “produrre violenti scontri, in particolare tra coloro che avevano forzato gli sbarramenti a Piazzale Flaminio”, come scrissero i giudici del tribunale collegiale nel provvedimento con cui ribadirono il carcere per il ventenne. Le prime condanne per l’assalto sono arrivate nel giorno in cui sono tornati liberi i leader di Fn, Roberto Fiore e lo stesso Castellino, imputati assieme ad altri nel procedimento principale che riprenderà a settembre davanti al tribunale collegiale. I due si trovavano agli arresti domiciliari.

“È certamente importante che abbiano riacquistato la libertà – commenta il difensore, Carlo Taormina – perché potranno difendersi ancor più efficacemente. Attendono di essere assolti a dimostrazione della ingiustizia che hanno subito per effetto di una vergognosa strumentalizzazione politica di una manifestazione senza colori politici”. Secondo l’impianto accusatorio nel blitz di Corso d’Italia fu Fiore ad avere il ruolo di leader. Agli atti dell’indagine anche una serie di testimonianze tra cui quella di alcuni operatori di polizia a cui Castellino si rivolge affermando: “Portateci da Landini o lo andiamo a prendere noi“.

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