Un canguro è stato investito e ucciso da auto in transito in provincia di Arezzo. É successo lungo la strada provinciale che collega il comune di Pergine Valdarno con quello di Civitella, in val di Chiana. A segnalare la presenza della carcassa dell’animale sono stati alcuni automobilisti nella mattinata di ieri, 19 giugno. Poco dopo si sono recati sul posto i carabinieri insieme ai forestali dell’Arma e ai veterinari dell’Asl. Questi ultimi, come riportato dal Corriere di Arezzo, hanno riferito che si trattava di un esemplare di wallaby, marsupiale che condivide le caratteristiche del canguro, ma ha dimensioni più piccole. É probabile che l’investimento sia avvenuto durante la notte quando l’animale è fuggito forse dalla proprietà di un privato. Sono ancora in corso le indagini per accertarne il proprietario.

La domanda che i testimoni si sono fatti è che cosa ci facesse un canguro in Italia e soprattutto in quella zona. La risposta è stata ipotizzata dal quotidiano aretino insieme al dipartimento di veterinaria dell’Asl, che in base a segnalazioni ritiene presente una famiglia di questa specie nella zona del Calcione nel comune di Lucignano. Un’area coperta da vegetazione, ha aggiunto il giornale, che è piena di specie selvatiche della fauna tradizionale, alle quali si sarebbero uniti marsupiali che prima appartenevano a qualche privato. Peccato che questi animali siano nativi dell’Oceania e che in Italia ne sia proibito l’allevamento dal 1992, poiché sono considerati pericolosi per l’uomo.

In merito al singolare episodio il sindaco di Pergine Valdarno, Simona Neri, ha scritto post sul suo profilo Facebook: “Questa mattina presto sono stata avvisata da una mia concittadina che lungo la strada provinciale della Trove si trovava la carcassa di un canguro ed è stato chiesto l’intervento del Comune per ritirarne il corpo”. Secondo quanto riportato dalla sindaca, da tempo circolavano segnalazioni della presenza di questo particolare animale. “Sono rimasta scioccata e lo sono tuttora, dispiaciuta ed amareggiata: non è la prima volta che animali esotici o pericolosi vengono adottati e detenuti irresponsabilmente come giocattoli all’interno delle abitazioni private, magari acquistati ricorrendo al mercato nero” ha aggiunto la donna. Per lei quello avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 giugno è stato “un epilogo tragico, ma fin troppo scontato”.

Immagine d’archivio

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