Mancano i cancellieri al tribunale di Milano. E presto ne mancheranno ancora di più. Il motivo? A settembre ne andranno in pensione altri 36, aggravando la scopertura d’organico che al momento pesa per il 26%. Lo segnala in una nota trasmessa ai giudici, alla dirigente amministrativa e alla presidenza della Corte d’Appello milanese, il presidente facente funzione del Tribunale Fabio Roia.

Il magistrato spiega che c’è una “situazione di grave criticità” per le carenze di organico del personale amministrativo nelle cancellerie. E c’è pure “il forte rischio“, in parte “giustificabile” dati proprio questi vuoti di personale, che i “funzionari addetti all’Ufficio per il processo vengano “progressivamente assorbiti da attività di cancelleria per supplire a carenze strutturali“. Gli addetti all’ufficio del processo sono i giovani giuristi e neolaureati arrivati nei mesi scorsi nell’ambito di un progetto nazionale per affiancare il lavoro dei giudici.

Nella sua lettera Roia sottolinea che “l’attuale” scopertura di organico nelle cancellerie è quasi del 26%, oltre a un “rilevante numero di dipendenti beneficiari della Legge 104/92, in situazione di fragilità e assenti per malattia”. Altre 36 persone, poi, a settembre andranno in pensione. Mentre “la Dirigenza sta studiando diverse forme di intervento”, la presidenza del Tribunale ha ritenuto necessario pure “regolamentare l’impiego” dei funzionari dell’Ufficio del processo che, in sostanza, non possono essere utilizzati come supplenti dei cancellieri che mancano. C’è un “divieto – scrive Roia – di utilizzazione di tali professionalità rispetto alle unità di ruolo mancanti in relazione alle quali dovrebbero essere attivate politiche di assunzione da parte del Ministero della Giustizia“. E l’attività svolta, scrive ancora il presidente, “nei servizi di cancelleria” dai giovani giuristi deve sempre “avere una finalità di supporto all’attività giurisdizionale” per aiutare a smaltire e ridurre i tempi dei processi.

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