Lo scorso marzo, a causa dello scoppio della guerra in Ucraina, Ikea aveva annunciato una pausa delle sue operazioni in Russia e Bielorussia. A tre mesi e mezzo dall’invasione russa, il colosso dell’arredamento scandinavo ha deciso di “entrare in una nuova fase per ridimensionare ulteriormente il suo business“. In altre parole, venderà tutti e quattro gli stabilimenti dislocati nel Paese governato da Vladimir Putin.

Sono passati 112 giorni dall’inizio del conflitto e – si legge nel comunicato di Ikea – “le circostanze non sono migliorate e la guerra devastante continua”. “Le attività e le catene di approvvigionamento in tutto il mondo – prosegue – sono state pesantemente colpite e non vediamo la possibilità di riprendere le operazioni in tempi brevi”. La situazione dunque ha spinto la multinazionale a optare per il blocco delle attività di vendita al dettaglio in Russia e Bielorussia e alla riduzione della forza lavoro: questo “significa che molti lavoratori saranno colpiti”. “Per sostenere il processo di ridimensionamento – spiega la nota – il Gruppo Ingka prevede di vendere le scorte di mobili per la casa in Russia”. Inoltre, il gruppo cercherà una nuova proprietà per tutti e quattro gli stabilimenti. La decisione assunta dall’azienda, infine, causerà l’interruzione delle importazione e delle esportazioni dei prodotti di arredamento da e verso Mosca e Minsk, e nelle due capitali chiuderanno definitivamente gli uffici di acquisti e logistica.

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