Sono stati ritrovati i cadaveri delle sette persone che erano a bordo dell’elicottero A119 Koala scomparso giovedì mattina sull’Appennino tosco-emiliano e i cui resti sono stati individuati sul monte Cusna, cima reggiana. Il velivolo si sarebbe schiantato sul greto di un torrente, il Lama, al passo degli Scaloni, 1.922 metri d’altitudine, a due chilometro dal rifugio Segheria. La zona è particolarmente impervia. Sul luogo dell’impatto Aeronautica militare, Soccorso alpino, Guardia di finanza, Carabinieri di Castelnuovo Monti. L’area è stata posta sotto sequestro. L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ha aperto un’inchiesta di sicurezza e disposto l’invio di un proprio investigatore sul luogo dell’incidente.

A bordo dell’elicottero decollato giovedì mattina dall’aeroporto di Capannori Tassignano (Lucca), diretto nel Trevigiano, e schiantatosi sull’Appennino tosco-emiliano, sulle cime del Cusna (Reggio Emilia), c’erano il pilota Corrado Levorin e sei passeggeri, quattro manager turchi e due libanesi: Kenar Serhat, Cez Arif, Ilker Ucak, Erbilaltug Bulent, Chadi Kreidy e Tarek El Tayak. I corpi individuati, secondo quanto riferito, sono carbonizzati.

Probabilmente è stato un escursionista a segnalare ai soccorritori i resti. L’area interessata è quella tra il Rifugio Battisti e Segheria. Sul posto sono andate squadre da terra e anche un elicottero per calare personale. Secondo la Gazzetta di Modena c’è un video, un breve filmato di pochi secondi inviato via chat da un manager libanese che era tra i passeggeri a suo figlio, che documenterebbe il volo dell’elicottero scomparso. Il destinatario del filmato non lo ha diffuso, a fronte delle indagini in corso. A quanto appreso dal quotidiano locale, nel video, di una ventina di secondi, mandato al figlio in Libano verosimilmente prima del blackout che ha inghiottito l’elicottero si vedrebbe il volo durante una tempesta. Un dettaglio che, come altre tracce, è al vaglio delle forze impegnate nelle ricerche. Giovedì, al momento del presunto schianto dell’elicottero, le condizioni meteo su quell’area di Appennino tra Toscana ed Emilia erano avverse: il crinale era stato investito da una tempesta di pioggia, fulmini e grandine.

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