Il documento su una presunta rete di personaggi “filo-Putin” pubblicato dal Corriere della Sera “mi è arrivato tre giorni dopo la pubblicazione, lunedì, dai servizi, perché coordinato da loro e perché classificato. È un documento realizzato da un tavolo interministeriale che esiste dal 2019, a cui partecipano ministeri, ma anche l’Agcom (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ndr): è inimmaginabile che istituzioni di questo genere possano fare liste di proscrizione”. Lo ha detto Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia e presidente del Copasir (il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) nella registrazione della puntata di Porta a porta che andrà in onda mercoledì sera. “Noi siamo l’organo di garanzia costituzionale e dobbiamo vigilare su quello che fanno i servizi e possiamo acclarare che in quel documento che ho letto lunedì non ci sia nulla in merito ad attività di intelligence. È realizzato con fonti aperte sulla metodologia delle fake news, e non c’è nessuna lista di proscrizione”, dice.

In giornata Urso ha incontrato anche il segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), Raffaele Lorusso. Tema dell’incontro – informa una nota del sindacato -, la preoccupazione espressa della Fnsi su presunte liste di persone, fra cui giornalisti, classificate come “filorusse”. Il presidente Urso ha chiarito che al Copasir non risulta l’esistenza di tali liste e che non ci sono giornalisti schedati. Non rientra nelle funzioni e nelle competenze del Comitato, fissate dalla legge – ha precisato – l’attività di indagine e la compilazione di liste. La Fnsi ha ribadito che “sarebbe inaccettabile e pericoloso compilare liste di giornalisti considerati filoputiniani sulla base di opinioni liberamente espresse. Per questo bisognerà continuare a tenere alta la guardia per evitare abusi e forzature“.

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