Non più solo le voci, i botta e risposta: ora spunta anche un progetto. Sarebbe la prova che l’ipotesi di costruire un nuovo stadio a Sesto San Giovanni non è solamente un bluff, utile ad accelerare il via libera alla demolizione del Meazza e alla costruzione di un nuovo impianto a San Siro di proprietà di Milan e Inter. Il modello, svela il Corriere della Sera nell’edizione di Milano, esiste ed è firmato da Sir Norman Foster, l’architetto che ha disegnato il masterplan dell’area ex Falck. Ma c’è un’altra novità: il nuovo stadio, in questo caso, sarebbe di proprietà solamente dei rossoneri. Uno scenario che emerge giusto a una settimana dalle elezioni comunali a Sesto San Giovanni, con il sindaco Roberto Di Stefano (Lega) che non vede l’ora di cavalcare la notizia: “Sembrerebbe che il Piano B stia diventando il Piano A e noi ci speriamo con tutte le forze”, dice al Corriere Milano.

Costruire uno stadio nell’area ex Falck è la possibilità che alleggia attorno alla trattativa su San Siro fin dal primo giorno in cui Inter e Milan hanno manifestato l’intenzione concreta di abbattere il Meazza per avere un nuovo impianto. È tornata di moda questa primavera, quando è diventato chiaro che il via libera al nuovo stadio a Milano sarebbe arrivato solo dopo il dibattito pubblico. Il paradosso, però, è che sono anche i due club a rallentare la procedura: hanno sì scelto la “Cattedrale” di Populous, ma non hanno mai presentato la progettazione definitiva, con nuovi studi di fattibilità in base alle richieste del Comune. Così è partita la campagna (anche elettorale) per un nuovo stadio a Sesto, mentre nel frattempo il fondo Redbird concludeva la trattativa con Elliott per diventare il nuovo proprietario del Milan.

L’arrivo di Redbird è un altro fattore da considerare. Il presidente dei rossoneri è sempre Paolo Scaroni, colui che aveva dato impulso all’operazione nuovo San Siro. Ora si muove pure sull’altro fronte, quello di Sesto. Che con San Siro ha qualcosa in comune: gli investimenti del fondo Hines. Il gruppo, americano come Redbird, controlla tutta l’area di MilanoSesto. Mentre nell’aprile 2019 ha acquistato i terreni dell’ex Trotto e dell’ex centro di allenamento di San Siro: circa 150mila metri quadrati, su cui vuole realizzare un progetto a prevalenza residenziale. Il Milan si muove, l’Inter per ora no: una possibile interpretazione delle mutate volontà dopo l’arrivo di Redbird.

“All’inizio il presidente Scaroni aveva portato avanti l’idea di realizzare il progetto di Populous, ma considerato che Norman Foster ha progettato tutte le aree Falck e conosce alla perfezione l’archeologia industriale del sito si è ritenuto che dialogare e far progettare l’area dello stadio a chi ha già disegnato un milione e 250mila metri quadrati, ha un senso”, svela sempre il sindaco Roberto Di Stefano. Le promesse sono sempre le stesse: impianto moderno, sostenibile, per le famiglie, con la consueta attenzione al verde. E poi la parte che realmente interessa: un’area commerciale e museale.

A pochi giorni dal voto, dal Milan arriva un assist perfetto a Di Stefano. E il primo cittadino uscente accoglie il progetto a braccia aperte: “Il confronto con i club ha portato le squadre a conoscere la realtà del nostro territorio che è collegato benissimo con il resto dell’area metropolitana: metrò, ferrovia, tangenziali, siamo vicini a Linate“. Di Stefano lancia anche una frecciata a Beppe Sala: “Le squadre, o anche una sola, hanno bisogno di un nuovo stadio in tempi veloci per rimanere competitive a livello internazionale. Non hanno bisogno di perdere tempo su qualcosa di fumoso che non si sta concretizzando e rischia di crollare come un castello di sabbia”. Dopo le elezioni, si riuscirà forse a capire cosa c’è di concreto nell’ipotesi Sesto San Giovanni. E a scoprire quindi quali siano le reali intenzioni del Milan.

Articolo Precedente

L’Ucraina prevede di riprendere il campionato di calcio ad agosto: “Zelensky è d’accordo”

next
Articolo Successivo

Tiger Woods rifiuta un miliardo e dice no alla Superlega del golf di Bin Salman. La nuova mossa saudita per ripulire la reputazione

next