È morto in un ospedale a Milano il boss palermitano Raffaele Ganci, capo storico del mandamento della Noce. Aveva novant’anni e stava scontando diversi ergastoli in regime di 41-bis. Ganci, mai pentito, era ritenuto un fedelissimo di Totò Riina, al quale fornì assistenza durante la latitanza. Diede voto favorevole, all’interno della “Commissione provinciale” di Cosa nostra, alla decisione di assassinare i giudici Falcone e Borsellino: i suoi figli, Nunzio e Calogero Ganci, fecero parte del commando che eseguì le stragi.

Vicino al clan dei Corleonesi, fu ritenuto tra i responsabili degli omicidi del giornalista Mario Francese, dei boss Stefano Bontate e Salvatore Inzerillo e del generale e prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa. Partecipò anche all’organizzazione dell’assassino del vicequestore Ninni Cassarà (nel 1985) e del giudice istruttore Rocco Chinnici (nel 1983). Il 10 giugno 1993 fu arrestato a Terrasini dopo cinque anni di latitanza, insieme ai figli e al genero Francesco Paolo Anzelmo.

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