Un base jumper americano è morto sul Monte Brento, in Trentino, schiantandosi sulle rocce dopo un volo di 200 metri. È probabile che l’incidente si sia verificato a causa della mancata apertura del paracadute in seguito a un errore di traiettoria durante il lancio. A dare l’allarme, pochi minuti dopo le 7, sono state le persone che si trovavano assieme al jumper e hanno assistito al tragico lancio.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, gli operatori del Soccorso alpino, con l’elicottero, e i carabinieri. L’uomo era dotato di tuta alare ed è precipitato per oltre 200 metri, schiantandosi sulle rocce alla base della parete, in località Coste, zona nota agli amanti di sport estremi. A quanto emerso dai primi rilievi, il jumper era solo, ma aveva conosciuto altri appassionati della disciplina prima di lanciarsi. La salma è stata recuperata dai soccorritori con l’elicottero e rimarrà a disposizione della magistratura per gli accertamenti.

Proseguono intanto le ricerche di un altro base jumper, disperso da giovedì pomeriggio dopo un lancio dal Monte Cimone nelle Alpi Giulie Occidentali a Chiusaforte, in provincia di Udine. L’uomo, anche lui straniero, di 35 anni, non ha fatto rientro al punto di incontro con gli amici, che dunque hanno lanciato l’allarme. Sul posto stanno operando il Soccorso Alpino, con le stazioni di Moggio Udinese e Cave del Predil e la Guardia di Finanza di Sella Nevea.

Si è alzato in volo anche un elicottero della Protezione Civile che ha avvistato l’attrezzatura in un canale molto impervio tra il Monte Cimone e il Jôf di Goliz. Una volta attivato l’elisoccorso regionale però nessuno dei velivoli è riuscito ad avvicinarsi e a individuare un punto per calare gli equipaggi a causa di un repentino peggioramento delle condizioni meteorologiche. Flebili le speranze che lo sportivo sia ancora in vita.

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