All’istituto “Mazzini Modugno” di Bari si fa scuola solo con l’iPad. Chi non ce l’ha meglio che cambi sede. Non è uno scherzo ma è la scelta della dirigente, Maria Dentamaro, del consiglio d’istituto e del collegio docenti. Una decisione presa con un solo obiettivo: innovare sul serio. A stranire molti genitori pronti a mandare i loro figli in questa scuola, tuttavia, è stata una circolare consegnata loro nei giorni scorsi in cui si dice che “Chi non è munito di iPad di ultima generazione (o non intende farlo) è invitato a “proseguire il suo percorso di studi presso altra istituzione scolastica”.

Parole che non sono state ben digerite da alcune mamme e papà che hanno sollevato il caso: non tutti, infatti, possono permettersi l’acquisto di un iPad con un costo che va da un minimo di 470 euro a un massimo di 730. Ma c’è un’altra questione: perché in una scuola deve regnare solo la Apple? Alle domande dei genitori risponde la dirigente che contattata dal Fatto Quotidiano.it spiega: “La questione non si può banalizzare con un titolo di giornale ma è molto più complessa. Noi abbiamo un curriculum digitale dal 2015/16. La pandemia ha contribuito ad accrescere l’uso della tecnologia e da tempo confrontando il sistema Android con Apple abbiamo preso la decisione di usare quest’ultimo perché risponde meglio alle esigenze dei docenti e va incontro ad una didattica utile per gli alunni”.

Negli ultimi sette anni, il “Mazzini – Modugno” ha sperimentato l’uso di iPad in molte classi con ottimi benefici per tutti i ragazzi, compreso il 10% di migranti. “Tornati a scuola dopo il lockdown, abbiamo ritenuto opportuno dare a tutti gli studenti della nostra scuola la stessa opportunità e non potevamo non uniformare tutte le classi scegliendo sistemi differenti”. La dirigente, d’altro canto, è convinta che in Italia serva un po’ forzare la mano sull’innovazione digitale: “Non possiamo dirci 2.0 perché inviamo i compiti via WhatsApp. Noi usiamo l’iPad nella didattica quotidiana”.

E alle critiche per la scelta di Apple la numero uno della scuola risponde: “Già dall’anno scorso abbiamo individuato delle applicazioni che sono utili ai ragazzi e sono già state caricate sugli iPad. I genitori non possono dirsi sorpresi perché da tempo sapevano che nella nostra scuola si va in questa direzione. Anche all’atto delle iscrizioni, a gennaio, l’avevamo specificato”. Resta un problema. Non tutti possono permettersi l’acquisto di uno strumento così costoso: “Abbiamo un parco macchine che è in grado di andare incontro a chi ha bisogno. Abbiamo una graduatoria, su base Isee, per dare in comodato d’uso gli iPad alle famiglie che hanno difficoltà economiche o a quelle numerose”.

La scuola ha anche una convenzione con un’azienda specializzata in manutenzione e assistenza informatica, stipulata con una regolare gara sul mercato elettronico della pubblica amministrazione. “So bene che di fronte all’innovazione – sottolinea la preside – c’è sempre un po’ di resistenza ma se vogliamo colmare il divario sulle competenze digitali dei nostri ragazzi in Europa, dobbiamo andare in questa direzione”.

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