Il processo per violenza sessuale di gruppo in cui sono imputati Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5s Beppe, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria è iniziato il 16 marzo scorso e lunedì 1 giugno inizieranno a essere chiamati i primi dei 56 testimoni di accusa, difesa e parte civile. Il dibattimento è a porte chiuse. I primi a rispondere alle domande saranno sette carabinieri: quattro della Compagnia di Milano Duomo, tre della Compagnia San Martino di Genova. I primi misero a verbale le dichiarazioni della studentessa e la sua denuncia per i presunti abusi subiti in Sardegna da parte dei quattro ragazzi che hanno sempre negato la violenza, gli altri eseguirono le perquisizioni dopo l’iscrizione nel registro degli indagati della procura di Tempio Pausania. Gli imputati, oggi 22enni, sono accusati di aver violentato, nella notte tra il 16 e 17 luglio 2019 in Costa Smeralda, dopo una serata iniziata in discoteca e conclusa all’alba nella casa di Beppe Grillo a Porto Cervo. Nella lista testimoniale Parvin Tadjik, madre di Ciro, è chiamata a raccontare cosa udì quella notte: cioè nulla. Sarà testimone anche la domestica che segue la famiglia anche in vacanza.

Nella denuncia la ragazza, che era in compagnia di un’amica anche lei parte civile, ha dichiarato di essere stata costretta a bere vodka, quindi stuprata prima dal solo Corsiglia e in un secondo momento anche dagli altri tre. Tutto ripreso con gli smartphone dai quattro amici, video e foto che sono agli atti del processo insieme ai in chat scambiati fra di loro e fra le due ragazze. Dopo l’analisi delle immagini sequestrate, la Procura di Tempio Pausania ha modificato il capo d’imputazione accusando il gruppo di stupro anche nei confronti della seconda ragazza, oggetto di foto oscene scattate mentre lei dormiva. A testimoniare è stato chiamato anche un giovane residente in Norvegia indicato dalla studentessa ad un’amica come l’autore di un altro stupro a suo danno, avvenuto nel maggio 2018 dentro la tenda di un campeggio in Norvegia. Sul banco dei testimoni la ginecologa, la psicologa e il medico legale che il 26 luglio 2019 visitarono la giovane nella Clinica Mangiagalli di Milano; coi genitori della ragazza, con un amico A.C. e un’amica; con gli istruttori di kitesurf di Porto Pollo frequentato dalla giovane; i titolari della farmacia di Palau dove la studentessa si recò per comprare la pillola del giorno dopo; i gestori del B&B di Palau e anche il tassista che portò le due ragazze da Cala di Volpe a Palau.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

“Produceva falsi referti di screening oncologici per fare carriera”: agli arresti domiciliari una dirigente sanitaria dell’Asl Roma 6

next
Articolo Successivo

Consulta, cambiano le udienze: dal 21 giugno relazioni più brevi e dialogo giudici-avvocati. Amato: “Così confronto vivo come negli Usa”

next