Lo si attendeva e ora è arrivata la conferma: nuova fumata nera in Europa sull’embargo al petrolio russo incluso nel sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia. Tanto da far dire al ministro degli Esteri tedesco, Robert Habeck, che l’unità europea in questo momento si sta “sgretolando”: “Dopo l’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina abbiamo visto cosa può accadere quando l’Europa è unita. Speriamo che l’unità venga mostrata al vertice di domani. Ma ha già iniziato a sgretolarsi”. Gli ambasciatori dei Paesi membri, infati, non hanno trovato l’accordo sulla proposta sul tavolo nonostante questa prevedesse una esenzione per l’oleodotto dell’Amicizia (Druzhba), che porta greggio all’Ungheria e ai Paesi dell’Ue orientale. Domani i leader Ue riuniti a Bruxelles saranno informati degli sviluppi della discussione e una nuova riunione a livello degli sherpa sarà convocata la prossima settimana. La riunione degli ambasciatori dei 27 (Coreper), era stata convocata per il primo pomeriggio del 29 maggio. Si riuniranno la mattina del 30 maggio per un ultimo tentativo, prima dell’avvio dei lavori del vertice dei leader Ue, previsto alle 16.

La proposta, a quanto si apprende, andava incontro alle richieste di Viktor Orban e prevedeva appunto di tagliare fuori dall’embargo il petrolio diretto all’Ungheria ma anche a Germania e Polonia. È lungo 4mila chilometri, ed è il più esteso al mondo. Berlino e Varsavia hanno già annunciato nei giorni scorsi di voler azzerare l’import di greggio in pochi mesi. Orban, invece, aveva chiesto fondi e tempo per adeguare le raffinerie e non avere alcun rischio sugli approvvigionamenti. Aveva inoltre scritto una lettera in cui chiedeva di non toccare l’argomento nel summit in previsione a breve, proprio per la mancanza di informazioni sui finanziamenti per Budapest. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen aveva risposto: “Inutile dare false aspettative. Tema non risolvibile nel corso di un Consiglio europeo perché è molto tecnico e c’è molto da discutere”.

L’embargo al petrolio – che comunque prevede un periodo di graduale diminuzione dell’import – riguarderebbe sostanzialmente il greggio trasportato via mare. Con alcune eccezioni, come quelle riguardanti la Bulgaria, che ha chiesto una fase di phasing out più lunga dei canonici sei mesi previsti. I Rappresentanti permanenti dei 27 si erano riuniti per provare a raggiungere uno schema di intesa, sul quale lunedì il vertice europeo sarebbe stato chiamato a una sostanziale ratifica. La parola passa ora al Consiglio europeo, che si riunisce lunedì e martedì in un vertice straordinario.

Intanto, nell’ultima versione del documento delle conclusioni del vertice europeo nel capitolo energia ‘entra’ anche la possibilità di introdurre il price cap, assente nelle precedenti versioni. Nella bozza, visionata dall’Ansa, nel capitolo dedicato all’energia si legge che “il Consiglio europeo invita la Commissione a esplorare con i partner internazionali le modalità per frenare l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la fattibilità dell’introduzione di tetti ai prezzi temporanei”. Come misura non a breve termine il testo “invita la Commissione a proseguire rapidamente i lavori per l’ottimizzazione del funzionamento del mercato dell’energia elettrica”. Il Consiglio invita inoltre “la Russia a porre fine ai suoi attacchi alle infrastrutture di trasporto in Ucraina, per revocare il blocco dei porti ucraini del Mar Nero e per consentire le esportazioni di cibo, in particolare da Odessa. L’Ue sta adottando misure attive per facilitare esportazioni agricole dell’Ucraina e per sostenere il settore agricolo ucraino in vista del stagione 2022. Il Consiglio europeo invita gli Stati membri ad accelerare il lavoro sulle ‘corsie di solidarietà’ proposto dalla Commissione”. Lo si legge nell’ultima bozza delle conclusioni del vertice europeo che esaminerà l’emergenza alimentare. Si conferma il supporto militare dell’Ue all’Ucraina ma, come nelle precedenti versioni, resta fuori dal testo un richiamo alla ‘tregua‘. “L’Unione europea rimane impegnata a continuare a rafforzare la capacità dell’Ucraina nella difesa dell’integrità e della sovranità territoriale. A questo proposito, il Consiglio europeo accoglie con favore l’adozione della recente decisione del Consiglio di aumentare il sostegno militare in Ucraina nell’ambito del Fondo europeo per la pace”, si legge. Accolti infine con favore “gli sforzi compiuti dagli Stati membri per provvedere a misure di confisca adeguate“. Si esorta “il Consiglio ad agire rapidamente ed esaminare la recente proposta della Commissione sulle misure penali in caso di violazione delle sanzioni dell’Ue. Il Consiglio europeo sostiene ulteriori opzioni in linea con l’Ue e una volta esplorato il diritto internazionale, comprese le opzioni volte all’utilizzo delle risorse russe congelare a sostegno della ricostruzione dell’Ucraina”. È quanto si legge nella bozza aggiornata delle conclusioni del vertice europeo. L’Unione, prosegue il documento, si dice pronta a sostenere “il governo ucraino nelle sue urgenti esigenze di liquidità insieme ai suoi partner del G7. L’Unione europea è pronta a concedere all’Ucraina una nuova assistenza macrofinanziaria eccezionale fino a 9 miliardi di euro nel 2022. In tale contesto, il Consiglio europeo chiede l’esame della proposta della Commissione non appena sarà presentata”.

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