Ha bloccato il primo voto sull’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato. E si è messo a dettare condizioni: “Abbiamo chiesto loro di estradare 30 terroristi, ma si sono rifiutati di farlo”. Tra Stoccolma, Helsinky e il Patto Atlantico c’è di mezzo la Turchia. “Non ci rimandate i terroristi e poi ci chiedete il nostro sostegno per la vostra adesione alla Nato. Non possiamo dire sì per far sì che questa organizzazione di sicurezza sia priva di sicurezza”, ha attaccato Recep Tayyip Erdogan in Parlamento, secondo l’agenzia turca Anadolu. Erdogan ha collegato il sostegno della Turchia alla richiesta di adesione dei Paesi nordici alla restituzione di quelli che lui chiama “terroristi”.

Biden: “Andrà tutto bene” – A chi si riferisce Erdogan? “E’ incoerente che la Svezia chieda il sostegno della Turchia per il suo ingresso nella Nato quando sostiene i terroristi dell’Ypg”, cioè le Unità di protezione del popolo curdo in Siria che Ankara considera affiliate al Pkk. Un’accusa che Erdogan ha esteso anche alla Finlandia. “La Svezia non deve aspettarsi che la Turchia approvi la sua adesione alla Nato senza che prenda le distanze dei terroristi”, ha detto il presidente turco, che ha anche chiesto ai membri dell’Alleanza atlantica di comprendere la sensibilità della Turchia impegnata nella lotta al terrorismo, mostrando rispetto e sostegno per Ankara. “Non andrò in Turchia, ma penso che andrà tutto bene”, è stato il commento di Joe Biden.

Le parole di Erdogan – “La Nato è un’alleanza per la sicurezza e la Turchia non sarà d’accordo nel mettere a repentaglio questa sicurezza”, ha affermato Erdogan, aggiungendo che le delegazioni di Svezia e Finlandia non dovrebbero “preoccuparsi” di venire in Turchia. Il quotidiano Daily Sabah ricorda che nel 2019 la Svezia e la Finlandia hanno imposto un embargo sull’esportazione di armi alla Turchia per la sua operazione militare nel nord della Siria contro i curdi dell’Ypg. Inoltre Svezia e Finlandia hanno respinto la richiesta di estradizione formulata dalla Turchia di estradare elementi legati al gruppo del predicatore Fetullah Gulen.

L’intervento alla Nato – Dopo l’intervento di Erdogan, la Turchia ha subito bloccato la decisione iniziale della Nato di esaminare le richieste di Finlandia e Svezia, mettendo in dubbio le speranze di una rapida adesione dei due Paesi nordici. Lo ha rivelato il Financial Times citando una persona a conoscenza diretta della questione. La fonte riporta che nella riunione di oggi degli ambasciatori della Nato, mirata ad aprire i colloqui di adesione, l’opposizione di Ankara ha bloccato qualsiasi votazione. “Non stiamo dicendo che non possono essere membri della Nato”, afferma Ankara: “Quanto prima avremo un accordo, tanto prima potranno iniziare le discussioni”.

La strategia – La mossa della Turchia appare inevitabilmente destinata a ritardare i tempi, facendo così tramontare l’obiettivo di una rapida adesione indicato dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Si prospettano infatti le basi diversi giorni di intensa diplomazia tra Stati Uniti, Turchia, Finlandia e Svezia, a caccia di una soluzione di fronte alle richieste di Ankara. Un funzionario turco – riporta sempre il Ft – ha confermato che Ankara ha insistito sul fatto che la Turchia non esclude la prospettiva di adesione di Svezia e Finlandia: “Non stiamo dicendo che non possono essere membri della Nato. Solo che dobbiamo essere sulla stessa lunghezza d’onda riguardo alla minaccia che stiamo affrontando. Vogliamo raggiungere un accordo. Quanto prima riusciremo a raggiungere un accordo, tanto prima potranno iniziare le discussioni sull’adesione”.

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