Si chiama Terra 360 e nasce dalla collaborazione fra Shell e ABB: trattasi della colonnina di ricarica rapida per veicoli elettrici più veloce al mondo, in grado di erogare fino a 360 kW di energia (i migliori caricatori della Tesla, tanto per fare un esempio, si fermano a una potenza massima di 250 kW): sicché, per le auto elettriche compatibili con questi numeri, poche a dire il vero, sarebbe tecnicamente possibile fare il “pieno” della batteria in 15 minuti e guadagnare 100km di autonomia in 3 minuti. La prima stazione di Terra 360 è stata installata in Germania e altre 200 verranno distribuite sul territorio tedesco nei prossimi mesi (nessuna informazione sull’eventuale arrivo anche in Italia). Sullo sfondo c’è la volontà, da parte di Shell, di installare mezzo milione di infrastrutture di ricarica in tutto il mondo entro il 2025, di cui la metà entro il 2030.

Attualmente, quello dei tempi di ricarica è un tallone d’Achille delle vetture elettriche: per questo costruttori e fornitori di energia stanno cercando di ovviare al problema offrendo batterie e reti di rifornimento in grado di gestire quantitativi d’energia sempre più grandi. Tuttavia, secondo quanto affermano gli ingegneri di Porsche, il decadimento delle prestazioni delle batterie – il componente più costoso di una EV – è inversamente proporzionale alla frequenza con cui si utilizzano le cosiddette ricariche “fast”: significa che più ci si rifornisce alle ricariche ultraveloci, più la batteria andrà incontro a deterioramento precoce.

Tant’è vero che, durante l’ingegnerizzazione della Taycan, una delle elettriche più avanzate e performanti del mercato, i tecnici tedeschi hanno stimato che, al fine di conservare il più possibile la “vita” della batteria, le ricariche fast dovrebbero essere limitate a una su cinque. Tutto questo, comunque, ha poco a che vedere con le modalità di produzione dell’energia elettrica, vero discrimine fra una mobilità realmente green e una che finge di esserlo: come noto, purtroppo, in Germania la produzione della corrente è particolarmente “sporca”, per via di un mix energetico di fonti ancora poco virtuoso; e le ricariche fast, senza smart grid – le reti intelligenti che smistano l’energia dove serve e, se necessario, utilizzano le vetture elettriche come fossero pile su ruote che cedono energia alla rete stessa quando serve – non sembrano così compatibili coi concetti di rinnovabili e sostenibilità.

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