Si chiamano stablecoin ma tanto stabili non sembrano proprio esserlo. “Terra” la moneta digitale che attraverso un algoritmo dovrebbe assicurare un cambio 1 a 1 con il dollaro costante nel tempo, vale ora meno di 30 centesimi. “Luna” moneta collegata a “Terra” ha perso addirittura l’83% in 24 ore. La capitalizzazione del sistema Terra-dollaro è ora sotto agli 8 miliardi di dollari, 10 miliardi in meno rispetto a domenica scorsa quando l’ancoraggio con la valuta statunitense ha ceduto. Venuta meno la fiducia nella formula che dovrebbe assicurare la stabilità, è partita la corse alle vendite. A differenza delle stablecoin convenzionali come l’USDT dollaro- Tether o l’USDC di Circle, che sono supportati da asset “reali” come contanti, azoni o obbligazioni con rating elevato (quindi facilmente liquidabili, ndr), quelli algoritmici sono progettati per mantenere il loro ancoraggio tramite una combinazione di equazioni matematiche e trading.

In generale sono giorni difficili per tutto l’universo delle monete digitali che hanno mostrato un’altissima correlazione con i listini azionari, Nasdaq in particolare, seguendoli nei cali e confermando l’incapacità si volgere un ruolo di moneta alternativa a causa delle forti oscillazioni. Il bitcoin, la più nota e diffusa moneta digitale, ha dimezzato il suo valore rispetto ai massimi dello scorso novembre e ieri è scivolata temporaneamente al di sotto dei 30mila dollari. “È abbastanza chiaro che c’è una crisi di fiducia”, ha affermato Kyle Samani di Multicoin Capital a Bloomberg aggiungendo di non essere certo della sopravvivenza del sistema Ust.

E’ opportuno notare che le valute digitali si diffondono dopo la crisi finanziaria del 2008, in un contesto monetario anomalo, caratterizzato da un’abbondante liquidità. Ora che le banche centrali iniziano a ridurre la quantità di denaro in circolazione torna a rafforzarsi la gerarchia dei prodotti finanziari. A parte la moneta, dollaro in particolare, tutti gli altri sono promesse di pagamento di moneta (obbligazioni, azioni, derivate etc). Quando le condizioni monetarie sono lasche, questa gerarchia si attenua. Quando si stringono si ristabilisce. Per le monete digitali questa fase diventa una sorta di prova del nove per verificare come si comportano in una fase monetaria meno espansiva che sinora non hanno mai sperimentato. I primi segnali non sono incoraggianti. Coinbase, piattaforma per la compravendita di monete digitali, perde il 23% dopo aver diffuso nella serata di ieri risultati trimestrali al di sotto delle attese e riportando un calo dei flussi. L’ amministratore delegato Brian Amstrong ha negato che il gruppo rischi la bancarotta come paventato da alcuni osservatori.

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