“Ritengo che le dichiarazioni del presidente Gianfranco Pagliarulo siano inadeguate. L’Anpi dovrebbe esprimersi diversamente”. La vicepresidente dell’Associazione dei partigiani Albertina Soliani, interpellata dall’agenzia Ansa, conferma lo scontro all’interno dell’organizzazione. Dopo che a Repubblica aveva rivolto al collega la richiesta di “correggere la rotta”, in serata ha ribadito la sua posizione in dissenso con la linea del “No all’invio delle armi all’Ucraina” espressa in questi giorni dalla dirigenza: “Francamente sono convinta che bisogna riconoscere la Resistenza nel mondo, come quella in Ucraina, stare dalla sua parte e sostenerla. Sono in gioco i valori della democrazia”. E in particolare, sull’invio delle armi in Ucraina, la presidente dell’Istituto Cervi, ha spiegato che “c’è un travaglio di coscienza” ma “mi chiedo come si fa a fermare l’invasore o a difendere le vittime. Anche i partigiani hanno usato le armi“.

Nell’intervista rilasciata a Repubblica, l’ex sottosegretaria del governo Prodi, aveva dichiarato che, per uscire dal pantano di critiche, “occorre una correzione di rotta. È indispensabile nella difficile navigazione”. La vicepresidente dell’Anpi ha però ammesso che “il dilemma di fornire armi attraversa la nostra coscienza. Tuttavia una difesa armata misurata” la ritiene “moralmente accettabile”. “Bisogna certo disarmare l’aggressore”, ha detto. In vista del 25 aprile, Soliani si è anche detta certa che “singoli episodi o provocazioni non offuscheranno la giornata della Liberazione. Il corteo anti fascista sarà il grande fiume che accoglie tutti coloro che conoscono il valore della libertà, soprattutto quanti oggi patiscono la sua privazione”.

Il dibattito dentro l’Anpi è molto acceso. Ieri a parlare era stato il presidente provinciale di Milano Roberto Cenati: “Sono convinto che il ruolo dell’Anpi debba essere innanzitutto culturale“, ha detto in un’intervista a la Stampa, “valorizzare la memoria legata alla storia, perché viviamo in una società in cui troppo spesso vengono rimosse. L’Anpi deve contrastare le derive dei sovranismi e dei razzismi, lavorare per smuovere le coscienze degli italiani dall’indifferenza. Agli attacchi siamo abituati, ma in questa misura non ne ricordo”, ha aggiunto Cenati. Sull’invio delle armi a Kiev “ho molte perplessità, credo che il timore di causare una escalation del conflitto sia legittimo. D’altra parte, la responsabilità di questa situazione è solo di Putin, è bene ripeterlo, e la resistenza di fronte a un’aggressione armata non si può fare senza armi”.

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