L’esercito ucraino potrebbe aver usato bombe a grappolo nel villaggio di Husarivka, tra Kharkiv e Kramatorsk, che era stato occupato dai russi. Lo riferisce il New York Times che ha visitato l’area e sentito un testimone, descritto come “leader informale” della cittadina, che racconta di aver visto cadere vicino alla propria casa la testata di un missile che aveva sganciato quel tipo di munizioni, vietate a livello internazionale. “E’ molto probabile che sia stata lanciata dalle truppe ucraine che stavano tentando di riconquistare l’area”, è la conclusione a cui arriva il quotidiano statunitense. In quell’attacco (la data risalirebbe ai primi giorni di marzo ndr) non ci sono stati morti, anche se “almeno due persone sono rimaste uccise mentre le forze ucraine bombardavano il borgo per quasi tutto il mese”, prosegue il racconto.

“Non è sorprendente, ma è sicuramente sconcertante sentire che sono emerse prove secondo cui l’Ucraina potrebbe aver usato munizioni a grappolo”, commenta Mary Wareham, direttrice della divisione armi di Human Rights Watch. “Sono armi inaccettabili che uccidono e mutilano civili in tutta l’Ucraina”. I russi, ricorda il Nyt, hanno usato ripetutamente queste armi proibite dall’inizio dell’invasione, come denunciato dai gruppi che vigilano sul rispetto dei diritti umani. L’8 aprile è stato un missile con bombe a grappolo a colpire la stazione ferroviaria di Kramatorsk, uccidendo oltre 50 persone. Sulla responsabilità di quell’attacco si sono susseguite accuse incrociate tra russi ed ucraini.

Reporter del Times hanno visto il terreno intorno alla proprietà del testimone Yurii Doroshenko e “hanno visto grossi pezzi del missile su cui erano montate le bombe a grappolo, conferma del tipo di arma che era stata sparata. E’ atterrato vicino al quartier generale dell’esercito russo in un’azienda agricola vicina, hanno riferito i residenti, a significare che le forze russe erano quasi certamente il bersaglio”. Ma “il rischio posto dalle piccole munizioni inesplose ha fatto sì che i reporter non potessero esaminare da vicino tutte le armi atterrate. Hanno verificato a distanza che i resti di due missili su tre erano bombe a grappolo Uragan, che lasciano dietro di sé l’ogiva del missile seguita da una lunga cornice di metallo che teneva insieme le bombe durante il volo”.

Secondo il quotidiano, “l’attacco alla fattoria di Husarivka sembra essere il primo in cui le truppe ucraine hanno usato bombe a grappolo dall’inizio dell’invasione. Nel 2015, forze ucraine le hanno usate durante i primi mesi della guerra contro i separatisti filorussi nell’est del Paese”.

Le bombe a grappolo si aprono in aria e si dividono in mini bombe più piccole che si disperdono in un’area molto vasta, cosa che ne aumenta il potenziale distruttivo. La Convenzione sulle bombe a grappolo, operativa dal 2020, le mette al bando alla luce dei danni indiscriminati che possono causare ai civili. Gruppi umanitari hanno rilevato che il 20% o più di questi ordigni non esplode al momento dell’impatto, ma può farlo in seguito se viene toccato. Cosa che tende a provocare ferite e uccisioni anche a molto tempo dalla fine del conflitto. Più di 100 Nazioni hanno siglato quell’accordo. Stati Uniti, Ucraina e Russia non sono tra queste.

Nella foto: munizioni vicino a una scuola a Yahidne, vicino a Dnipro
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