Nella provincia più settentrionale d’Italia se le stanno suonando di santa ragione. Nella casa della Südtiroler Volkspartei, il partito degli altoatesini di lingua tedesca è dilaniato dalle rivelazioni di un libro che ha raccontato, con intercettazioni telefoniche, le grandi manovre per mettere in difficoltà il governatore Arno Kompatscher. Adesso sono tutti l’un contro l’altro armati e la disfida rischia di coinvolgere anche la Lega, che è al governo con Svp. La scena di uno psicodramma collettivo della maggioranza è stata l’aula del consiglio provinciale, riunito in seduta straordinaria, a seguito della pubblicazione di “Freunden im Edelweiss” (“Amici della Stella Alpina”) dei giornalisti Christoph Franceschini e Arthur Oberhofer.

La situazione più paradossale è quella dell’ormai ex assessore alla sanità, Thomas Widmann, a cui Kompatscher ha tolto le deleghe, ritenendo che sia venuta meno la fiducia, dopo aver sentito le molteplici dichiarazioni che documentano il tentativo (non riuscito) della società di trasporti Sad di condizionare nel 2018-19 le decisioni della giunta, appoggiandosi su alcuni amministratori di Svp e Lega. Widmann non vuole lasciare. Infatti, durante il consiglio provinciale si è seduto sugli scranni degli assessori, mentre continua a presentarsi alle riunioni dell’esecutivo. “Se un capo è scontento di un dipendente lo licenzia, non gli chiede di dimettersi”, ha detto polemicamente. Kompatscher gli ha risposto: “È evidente che ormai manca la fiducia”.

Per il momento la maggioranza non è andata sotto e la mozione delle minoranze per far cadere la giunta è stata bocciata con 18 voti contro 16. Il caos è riecheggiato anche nelle parole del segretario Svp, Philipp Achammer, che ha detto: “Ci sono stati dei comportamenti inaccettabili, è vero, e fare chiarezza sarà un processo lungo, non si può fare dall’oggi al domani. Adesso però la politica non può occuparsi solo di sé stessa, dobbiamo tornare ad occuparci dei problemi dei cittadini”. È stato lui, una settimana fa, ad annunciare la richiesta di dimissioni di Christoph Perathoner, responsabile del partito a Bolzano, e dell’ex senatore Karl Zeller, vicepresidente Svp. Un vero ribaltone.

La difesa di Widmann ha puntato sul fatto che lo scandalo delle intercettazioni fosse noto da gennaio. “Mi ero già chiarito e scusato con il presidente. Ma quando ho detto che il progetto Ppp per l’ospedale di Merano non era vantaggioso per la Provincia, sono stato preso di mira”. E qui ha tirato in ballo l’avvocato Karl Zeller, che assiste Kompatscher, ma è anche consulente di un gruppo immobiliare. “C’è un conflitto di interessi che va risolto”, ha rincarato. Lo scontro è incrociato, perché Kompatscher ha sfiduciato Widmann, mentre Achammer ha sfiduciato Zeller. Nessuno però ha ancora lasciato l’incarico.

La faida è anche interna alla Lega. Nella giunta uscita dalle elezioni del 2018, infatti, a diventare vicepresidente è stato Giuliano Vettorato, mentre l’uomo forte avrebbe dovuto essere Massimo Bessone. Il più votato dei leghisti aveva dovuto accontentarsi dell’assessorato al patrimonio, mentre dalle registrazioni telefoniche emerge il favore di cui Vettorato (considerato più malleabile ai fini di ottenere il rinnovo della concessione del servizio) godeva presso i proprietari della società Sad. Insomma, Vettorato avrebbe soffiato il posto di Bessone. Nelle telefonate si sentono i vertici di Sad suggerire un intervento dell’ex governatore Luis Durnwalder (loro consulente) sul senatore ed ex ministro leghista Roberto Calderoli. Quelli della Sad volevano poter controllare l’assessore alla mobilità, poi però Kompatscher era riuscito a far mettere in gara il servizio di trasporti, vinto da una società pubblica.

Nel dibattito in aula, Vettorato ha detto: “Non è vero che nella Lega non ci sarà un chiarimento, ci stiamo organizzando per farlo”. Però Bessone ha ammesso: “Nel libro che contiene le intercettazioni vengono raccontati degli episodi gravissimi come le intimidazioni nei confronti di Alfreider (assessore vicino a Kompatscher, ndr) che hanno fatto tanto ridere un assessore (Vettorato, ndr). Anche io in quel periodo ho avuto paura per mia moglie e mio figlio, adesso capisco perché”. E ha aggiunto: “Di questa vicenda voglio parlarne con il segretario Matteo Salvini”.

Severo l’intervento di Diego Nicolini, consigliere provinciale del M5s. “Il clima della politica altoatesina è teso e instabile, totalmente autoreferenziale, distaccato dai problemi urgenti dei cittadini. M5s esprime la propria sfiducia verso gli assessori Thomas Widmann e Giuliano Vettorato, invitandoli a rassegnare le dimissioni dal proprio incarico e invita il Presidente della Giunta provinciale a sostituirli con altre persone che godano della fiducia del Consiglio provinciale”.

Il giorno dopo la burrasca, Widmann ha lanciato un segno di distensione, prima che la corda si spezzi. Ha chiesto scusa al governatore e ha proposto di continuare a collaborare (in giunta) per non distruggere il partito. “Non ho in alcun modo cercato di influenzare l’assegnazione del servizio pubblico di trasporto locale e la perdita di fiducia del presidente Kompatscher nei miei confronti non è dovuta al mio lavoro nella giunta, ma di natura personale”. Poi l’aut-aut: “Ora ci sono due possibilità: o i due treni contrapposti continuano a correre fino a scontrarsi e distruggersi, o tutti i coinvolti accettano di abbassare la testa e continuare a lavorare insieme. Io sono per la seconda strada”. Inoltre, ad aggravare la confusione, sono arrivate le dimissioni del capogruppo Svp in consiglio provinciale, Gert Lanz. I consiglieri Svp avrebbero dovuto votare la fiducia a Lanz, come era stato chiesto la settimana scorsa dal segretario Philipp Achammer. Lanz ha però annunciato le sue dimissioni prima del voto. Ha dichiarato che si aspettava che i dieci consiglieri ritirassero la mozione di sfiducia. Visto che non è avvenuto, ha preferito dimettersi.

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