Nessuna bugia fabbricata ad arte, nessuna “messinscena”, come l’ha definita il ministro degli Esteri di Mosca, Serghej Lavrov. I corpi dei civili massacrati a Bucha, la cittadina alle porte di Kiev occupata dai russi fino al 30 marzo e teatro del peggior episodio di uccisioni di massa di civili dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, si trovavano per strada già dall’11 marzo. Lo rivela un’inchiesta del New York Times che, attraverso l’analisi dei video girati dopo la riconquista ucraina della cittadina e le immagini satellitari ha potuto stabilire che le vittime erano state uccise e abbandonate ai bordi della strada già tre settimane prima della ritirata dei militari di Mosca, smentendo quindi la versione fornita anche dal ministero della Difesa russo secondo cui i corpi erano stati recentemente posizionati lì dopo che “tutte le unità si erano completamente ritirate da Bucha”.

Per dimostrare che l’inizio dei massacri a Bucha è avvenuto nelle settimane in cui la cittadina era saldamente in mano alle truppe del Cremlino, con persone torturate, giustiziate con colpi alla nuca e lasciate con mani e piedi legati in mezzo alla strada o gettate in una fossa comune, il team di Visual Investigations del quotidiano americano ha analizzato in particolare il video girato da un membro del consiglio locale il 1 aprile, con la cittadina di nuovo in mano ucraina. In quel filmato si mostra la situazione in Yablonska Street, con una serie di corpi abbandonati lungo il ciglio della strada. Dalle immagini satellitari risalenti al 9-11 marzo, si ritrovano gli stessi corpi posizionati nella medesima posizione. È la prova che quei cadaveri non sono stati posizionati lì il 1 aprile, ma si trovavano in strada già da tre settimane.

Le cause della morte non sono ovviamente chiare se ci si limita ad analizzare le immagini satellitari. Alcuni dei corpi si trovavano accanto a quello che sembra essere un cratere da impatto, il che spiegherebbe il decesso come una conseguenza di un colpo d’artiglieria, ma altri erano vicino ad auto abbandonate, tre giacevano accanto a delle biciclette, altri ancora avevano le mani legate dietro la schiena con un panno bianco. Esattamente come le vittime di tortura ed esecuzioni mostrate nei video dei giorni scorsi.

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