Negli ultimi giorni l’offensiva di Mosca si è concentrata nel Donbass orientale, zona che comprende le oblast di Donetsk e Lugansk. L’intensificazione degli attacchi russi, figlia del cambio di strategia deciso dal Cremlino, ha come simbolo le macerie di Mariupol, città sul mare d’Azov, ormai rasa al suolo. Dal 2014, Mosca ha occupato parte del territorio delle due oblast e vi ha insediato le repubbliche separatiste. È qui, nel Donbass, che l’avanzata russa ha ottenuto finora i maggiori successi. “Più del 70% del territorio di Lugansk è stato conquistato dai russi” spiega Sergei Gaidai, governatore dell’oblast dal 2019. La regione si trova stretta in una morsa: a Nord dalla Russia, che ha conquistato un’ampia porzione di territorio, e a Sud dall’omonima repubblica separatista riconosciuta da Vladimir Putin alcuni giorni prima dell’invasione dell’Ucraina. La capitale del governo regionale è stata spostata dalla città di Lugansk, dal 2014 in mano ai separatisti, a Severodonetsk. Negli ultimi giorni la regionesta subendo massicci bombardamenti, senza distinzione tra obiettivi civili e militari. Sabato mattina è stato distrutto un monastero a Varvarivka, a pochi chilometri da Lysychansk. La zona occupata dalle truppe di Mosca dall’inizio del conflitto conta oltre 250mila persone. Da Severodonetsk il governatore – che chiama “orchi” i russi nei suoi post su Facebook – spiega che il fronte si snoda lungo una linea di oltre 200 chilometri che va da Kreminna, nel Lugansk, passa per la capitale Severodonetsk, e arriva a Donetsk. “Putin ha mentito a tutto il mondo. Ha detto che non avrebbe mai attaccato l’Ucraina e l’ha attaccata. Per lui i negoziati sono solo un modo di guadagnare tempo per attuare il suo folle piano” dice a ilfattoquotidiano.it il governatore Gaidai. “Adesso mente sostenendo che i russi non bombardano le città – continua – Ma non può nasconderlo: ci sono i video su Internet, le foto e le immagini satellitari. Io sostengo il presidente Zelensky nelle trattative perché se c’è anche una possibilità su un milione per fermare la guerra bisogna approffittarne. Ma non credo che Putin manterrà mai la sua parola”.

Governatore, qual è la situazione nel Lugansk?
La situazione qui è molto difficile: i russi stanno mettendo in campo tutta la loro forza contro di noi per conquistare il territorio di Lugansk fino al confine. Finora non ci sono riusciti perché la nostra linea di difesa tiene e riusciamo a respingere gli attacchi. Ma siccome non hanno avuto successo sono passati alla loro tattica preferita: bombardare tutto. Ai generali interessa soltanto dire a Putin che la zona è conquistata, non importa in che modo. Decine di persone muoiono ogni giorno nella regione di Lugansk. E ogni giorno le case sono distrutte dall’artiglieria, dai carri armati, dai missili, dall’aviazione.

Dove sono le battaglie più violente?
Gli scontri maggiori avvengono nelle città di Rubizhne e Popasna, lungo la linea del fronte. È qui che il nemico vuole concentrare i suoi sforzi per sfondare. Il piano della Russia è quello di circondare Severodonetsk per arrivare al confine della regione di Lugansk. A Rubizhne (che per metà è in mano ai russi, ndr) e Popasna si combatte nel centro abitato.

Quante sono le forze in campo schierate dai russi?
Non sappiamo le cifre precise. Oggi (sabato, ndr) sono arrivati mille soldati dalla Cecenia. I russi si stanno mobilitando nei territori occupati: prendono per strada gli uomini dai 18 ai 65 anni e li arruolano per combattere in Ucraina. Queste persone non hanno scelta, ma non sanno combattere e tantissimi di loro muoiono.

Cosa sta succedendo a Severodonesk e nelle altre città della regione?
Le città più importanti vengono bombardate ogni giorno. Non è rimasto neanche un ospedale completamente integro. Anche le scuole e gli asili sono stati colpiti e le infrastrutture distrutte: in molte zone non c’è più acqua corrente, luce e gas. Stamattina (sabato, ndr) è stato bombardato un gasdotto a Severodonetsk e non siamo ancora riusciti a ripararlo. La gente vive per lo più nei rifugi, nelle cantine, perché ha paura di uscire all’aperto. Spesso non possiamo raccogliere nemmeno i morti dalla strada perché i russi continuano a bombardare.

Gli Stati Uniti hanno detto che invieranno carri armati di fabbricazione sovietica nel Donbass. Può darci qualche dettaglio in più?
Se portano i carri armati saremo contenti. Arrivano molte armi occidentali, anche molto moderne e le usiamo con successo. Basta vedere quanti carri armati russi siamo riusciti a distruggere. L’esercito di Mosca si è rivelato debole e codardo: non sa combattere ma solo distruggere le nostre città. Se si contano le perdite tra i soldati, i russi hanno dieci volte più morti rispetto a noi. Riusciamo anche a impossessarci delle loro armi. In Ucraina gira una battuta: “Se prima della guerra avevamo 400 carri armati, ora ne abbiamo 450”.

Come si comportano i russi nelle zone occupate?
I russi si stanno comportando come animali. Abbiamo molte prove che i soldati entrano nelle case e le saccheggiano. Spesso, quando catturiamo una colonna russa vediamo che i loro camion sono pieni di mobili ed elettrodomestici come lavatrici, piatti, pentole, e addirittura giochi per bambini.

E gli ucraini come reagiscono a questi soprusi?
Ci sono state delle proteste in alcune città come Svatove, Starobilsk, Bilokurakyne, Novopskov. Molte persone hanno manifestato pacificamente armati soltanto con le bandiere dell’Ucraina. Dicevano agli occupanti di andarsene, che qui nessuno li vuole, che questo è territorio ucraino. Ma i russi hanno iniziato a sparargli addosso e diverse persone sono rimaste ferite. Ora la gente ha paura a uscire di casa per protestare.

Quante persone sono state evacuate dalla regione?
Soltanto oggi siamo riusciti a portarne via 2500. Ogni giorno apriamo corridoi umanitari. Finora le persone evacuate sono circa 18mila. Ma questo è un dato ufficiale, il numero reale è molto più alto. Infatti, nelle operazioni siamo aiutati da molti volontari, mentre alcuni civili mettono a disposizione i loro mezzi. In tanti, poi, riescono ad andarsene con la loro macchina. C’è anche chi si fa pagare per il viaggio e ci guadagna. Questa cosa non mi piace ma preferisco non intervenire perché l’importante è che più persone possibili riescano a scappare. Noi li portiamo nella parte occidentale dell’Ucraina dove ricevono assistenza da parte dello Stato. Il governo garantisce a queste persone un posto dove dormire, vestiti, cibo e tutto quanto può aiutarle a trovare un lavoro lì.

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