Mancini resta o no? La domanda che occupa tutte le discussioni calcistiche del Paese dopo la mancata qualificazione della nazionale ai Mondiali del Qatar è vicina a trovare una risposta definitiva. Manca ancora l’ufficialità, ma le parole pronunciate dal commissario tecnico durante la conferenza stampa che precede il match (inutile) con la Turchia di domani sera lasciano poco spazio alle interpretazioni: “Se rimarrò? Abbiamo parlato con il presidente in questi giorni, siamo allineati su tutto – ha detto Mancini – Fa piacere, poi ne riparleremo nei prossimi giorni: ora pensiamo a questa partita, poi con calma discuteremo sulle cose da migliorare per il futuro. Tutto qui”. Il ragionamento è molto semplice: se un allenatore in bilico parla di progetti futuri tanto in bilico non è, quindi Mancini ha deciso di restare.

La conferma anche da altre sue dichiarazioni successive: “Sarà l’inizio di un nuovo ciclo? Bisogna ripartire, ricordando che ci saranno poi in futuro anche gare importanti”, ha aggiunto Mancini, che sui giocatori rimandati a casa ha precisato che “io li ho obbligati ad andare via perché se posso fare qualcosa per loro e per i club noi lo facciamo… Non avrebbero giocato, alcuni non erano al meglio fisicamente – ha detto ancora – Alcuni di loro li ho obbligati ad andare: il Chelsea ci ha mandato Jorginho tre giorni prima, non gli ha fatto giocare l’FA Cup. Anche Florenzi e Politano, non al meglio, li ho rispediti a casa perché non avrebbero giocato. Problemi fisici per Insigne? Lorenzo aveva problemi fisici già da prima – ha spiegato – Immobile sarebbe andato in tribuna, Mancini e Verratti sì. Insigne al 50% sarebbe andato in tribuna per provare soluzioni alternative. I ragazzi in questi anni hanno meritato tanto, non è stato solo un Europeo ma un tragitto lungo tre anni con una serie di partite senza sconfitte e va dato merito a questi ragazzi. Ci sono qui calciatori speciali – ha continuato – è stato creato un gruppo speciale: non sono nel gruppo squadra, ma anche tutto ciò che c’è intorno”.

A seguire le riflessioni a mente fredda sull’eliminazione: “È inutile stare a trovare spiegazioni… Il nostro gruppo dovevamo vincerlo almeno con due punti di vantaggio sulla Svizzera – ha spiegato – A Basilea la partita doveva finire 3-0, in Bulgaria doveva finire in goleada. La squadra ha sempre giocato: può essere stata più imprecisa ma questo è il calcio, le cose ci sono andate storte. La gara di Basilea la ricordate tutti – ha provato a spiegare Mancini – Dovevamo vincere 2-0 stando stretti… Però è così, inutile stare a pensare o a cercare scuse. E’ accaduto ciò che è accaduto, dobbiamo accettarlo”. Poi Mancini ha provato a spiegare o almeno a motivare i motivi che l’hanno spinto a restare (anche se manca ancora l’ufficialità): “Mi fa piacere che il lavoro di questi 4 anni sia stato apprezzato, con un Europeo vinto meritatamente e giocando meravigliosamente. Un ciclo di 3 anni con il record di partite senza sconfitte, quindi bisogna dare atto ai ragazzi per quello che hanno fatto”. Poi è arrivata una domanda più diretta sul suo futuro, a cui il ct ha risposto altrettanto nettamente: “Cosa mi sento di dare a questa squadra in più? Sul gioco non lo so, dipende anche dalle caratteristiche dei giocatori. Mi sento di restare perché sono ancora giovane: volevo vincere un Europeo e un Mondiale, quindi per il Mondiale devo aspettare un attimo. Mi piace questo lavoro e con i ragazzi voglio riorganizzare qualcosa di importante. A parte la delusione, il resto va avanti…”.

Come va avanti? “Inseriremo sicuramente ragazzi più giovani, sperando possano avere esperienze importanti nei loro club perché questo è fondamentale. Lavoreremo su questo e vedremo quale sarà la situazione generale” ha sottolineato Mancini, che poi ha risposto anche sulla necessità di una rivoluzione nel sistema calcistico italiano: “Questo lo valuterà Gravina, noi possiamo parlare di cose tecniche… Quella attuale è una squadra che, con qualcuno dentro, poteva giocare per vincerlo il Mondiale. A giugno un po’ di inserimenti ci saranno – ha annunciato – perché è giusto così, dobbiamo pensare all’Europeo tra due anni”. Poi ancora sul futuro: “Cosa mi aspetto? Quando ci sono sconfitte si analizza più profondamente il perché, vanno analizzate tante cose… Poi nel calcio queste cose possono sempre accadere: ci sono nazionali importanti che non vincono nulla da 60-70 anni, l’Italia da questo punto di vista è più avanti. A volte si esagera anche parlando di motivazioni, ma semplicemente esistono momenti che non devono andare in quel modo”, ha aggiunto il ct azzurro.

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