Nella versione finale del decreto Ucraina, pubblicata in Gazzetta ufficiale martedì, è sparito l’articolo (presente nelle bozze) che dava alle imprese la possibilità di prorogare o sospendere i lavori in attesa di compensazioni per i rincari di materie prime ed energia. Protestano i costruttori: secondo il presidente dell’Ance Gabriele Buia il dietrofront è “inconcepibile” e quella norma “era l’unico strumento a disposizione delle imprese per non abbandonare del tutto i cantieri, vista l’impossibilità di proseguire i lavori con i costi attuali e la scarsità di materiali”. “Mi chiedo – ha proseguito Buia – come si possa pensare ora di portare a termine le opere in corso e come si potranno iniziare i nuovi lavori già previsti: così si sta buttando a mare il Pnrr, senza nemmeno provare a salvarlo”.

Il numero uno Ance lamenta che “gli altri Paesi in Europa hanno affrontato subito con tempestività ed efficacia questa emergenza prezzi, che già da mesi sta crescendo a livello internazionale, emanando norme che consentono erogazioni immediate”. In Italia le imprese “stanno ancora aspettando di ricevere i fondi stanziati per il primo semestre 2021, quando i costi delle materie prime erano la metà di quelli di adesso”.

Il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, in audizione alla Commissione bilancio del Senato ha ammesso che ci sono stati forti aumenti e che le compensazioni stanno iniziando ad arrivare solo ora. La variazione percentuale media di 56 materiali da costruzione presi a riferimento tra il primo semestre 2021 e la media dell’anno 2020 “è stata pari al 19%”, ha detto, mentre nel secondo semestre del 2021 c’è stata “una netta accelerazione” dei prezzi con “una variazione percentuale media dei 56 materiali del 36%”. Il governo ha previsto un Fondo per compensare le imprese per l’aumento dei costi di costruzione registrato nel 2021 e “sono pervenute al Ministero richieste di erogazione dei fondi da parte di 398 stazioni appaltanti, per un totale di 52,5 milioni di euro”. Il ministero “ha avviato questa settimana il pagamento a 157 stazioni appaltanti di quanto richiesto”. Ma nell’anno in corso i rincari sono andati peggiorando anche per effetto della guerra in Ucraina e “si sono verificati episodi di scarsità delle materie prime a causa delle catene logistiche internazionali. Questo sta mettendo sotto forte pressione le imprese impegnate nell’esecuzione delle opere pubbliche”, ha riconosciuto ancora l’ex presidente Istat.

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