La giornalista russa anti-conflitto, Marina Ovsyannikova, è stata accusata di si essere una “spia britannica” e di aver avuto contatti con l’ambasciata britannica poco prima della sua irruzione durante il tg in onda sul primo canale della tv di Stato russa per protestare contro la guerra in Ucraina. A lanciare le pesanti accuse il direttore dei programmi di informazione di Channel One, il canale coinvolto, Kirill Kleimenov, che è intervenuto in video: “Secondo le nostre informazioni – ha detto – non molto prima della protesta Ovsyannikova ha parlato con l’ambasciata britannica”. La supposizione è stata subito rispedita al mittente da un portavoce del ministero degli Esteri del governo di Boris Johnson: “Non ha alcun rapporto con noi – ha detto – è solo un’altra bugia spacciata dalla macchina della disinformazione” del Cremlino.

Di fatto Kleimenov accusa la collega di essere una “spia” al soldo dei britannici e di lavorare per l’intelligence di Londra. “Ha tradito il suo Paese e tutti noi, a sangue freddo, per un compenso”, ha detto ancora Kirill Kleimenov nel video. “Un impulso emotivo è una cosa – ha aggiunto – ma un atto di tradimento è tutt’altro”. L’azione, secondo Kleimenov, era inoltre “pianificata”.

Già in precedenza, come riferito dalla Bbc, il giornale d’opposizione russo Novaia Gazeta aveva scritto che Ovsiannikova era stata a lungo interrogata a Mosca sul sospetto di presunti contatti con i servizi segreti stranieri. La giornalista dopo l’incursione durante il tg era stata subito fermata e multata per 30mila rubli per il contenuto di un video registrato prima della sua protesta, di cui dovrà ancora rispondere.

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